La previsione di Anthony Fauci sull’andamento della pandemia: c’è il rischio di una variante dopo Omicron che potrebbe allontanare la fine del Covid.
L’andamento della pandemia, in termini di contagi e ospedalizzazioni, è incoraggiante. Si deve però essere pronti a reagire perché non possiamo prevedere una nuova variante del virus. Insomma, c’è ottimismo ma la fine del Covid potrebbe essere più lontana di quanto si pensi. Certo è che la terza dose di vaccino è fondamentale per uscirne. Lo ha detto Anthony Fauci, capo del National Institute of Allergy e Infectious Disease, ultimamente finito sotto il tiro dell’ala radicale della destra statunitense, vicina a Donald Trump.
Fauci e i rischi del Covid: “Possibile nuova variante”
Fauci, in un’intervista concessa a La Stampa, in merito alla gestione del Covid ha dichiarato che “stiamo andando nella giusta direzione, ma la strada non è ancora segnata in maniera netta. Sono incoraggiato da quello che vedo e dai dati che riceviamo. Scendono le ospedalizzazioni, i casi calano”.
Secondo l’esperto “ogni indicatore è buono: il rapporto tra contagi e persone ricoverate è basso, sempre meno pazienti devono ricorrere ai macchinari di ventilazione o alle terapie intensive. Persino la durata dei ricoveri è calata. Se restiamo in questa dimensione e con la presenza di Omicron, direi che la direzione è quella giusta”.
C’è, però, un rischio persistente sullo sfondo per Fauci: “Non voglio e non posso essere troppo fiducioso perché ho tratteggiato uno scenario legato alla predominanza di Omicron e alla coda della Delta, è possibile che una nuova variante emerga e quindi in definitiva non credo sia appropriato dire che siamo alla fine”.
“Ma ripeto – ha aggiunto -, gli indicatori oggi sono buoni e la direzione è quella giusta”.
Fauci ha poi sottolineato come sia “comprensibile che vi sia fra la gente un sentimento di frustrazione e di fatica per questi due lunghi anni. Comprendo le ragioni dei governi chiamati a prendere decisioni complesse”.
In merito all’eliminazione delle restrizioni ha invece spiegato che “toglierle deve andare di pari passo con le pratiche che consentono di mitigare la diffusione del virus. Sarebbe più facile tornare alla normalità se ci fossero più persone vaccinate. Non scopriamo nulla di inedito, i dati confermano che i vaccini e in particolar modo associati al booster hanno un impatto decisivo nel limitare il numero di ospedalizzazioni e la mortalità. Chi non è vaccinato rischia molto di più di finire ricoverato rispetto a chi ha le dosi consigliate. Purtroppo negli Stati Uniti il numero non è alto come altrove”.
Fauci sulla terza dose: “Non sappiamo se sarà l’ultima”
Infine, sulla terza dose, Fauci ha rivelato: “Non sappiamo se sarà l’ultima: è possibile che basti il booster, ma solo monitorando la situazione e studiando l’efficacia della risposta del sistema immunitario sul lungo periodo avremo elementi per decidere”.
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“Possibile, forse probabile, che le persone anziane e quelle con certe patologie avranno bisogno di altre somministrazioni. Quel che però adesso osservo qui negli Usa è che la risposta dopo tre dosi di vaccino mRna e due di Johnson&Johnson è buona anche in questa fascia della popolazione”, ha concluso.