Prima di annunciare al G20 della Salute a Roma che la terza dose di vaccino in Italia partirà prestissimo – già a settembre per alcune categorie il ministro della Salute Roberto Speranza fa alzare un polverone parlando di nuove possibili chiusure.
Il Covid esiste ancora, “è forte e circola”, mette in guardia il ministro, e quindi non serve più solo massima attenzione per evitare il contagio, ma è necessario premere l’acceleratore sulla campagna vaccinale, soprattutto convincendo quegli over 50 che non si sono ancora sottoposti nemmeno a una dose di vaccino.
Ben 3,7 milioni di persone che, dunque, sono estremamente più a rischio di ammalarsi di Covid, anche grave. Tra questi spiccano i numeri dei sanitari. Cifre davvero allarmanti, sia da un punto di vista sanitario che strettamente etico. L’80% dei medici e operatori sanitari non vaccinati come da obbligo contro il Coronavirus ancora lavorano “perché la legge non è applicata” e comunque, per quelli sospesi, si tratta di “esercizio abusivo della professione”.
Sono le parole del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ricordando che i sanitari solo una volta sospesi dall’Albo professionale non possono concretamente esercitare.
Una stima che non si basa su numeri certi ma che può dare il senso del problema: se l’80% degli Ordini non ha ricevuto gli elenchi degli operatori da sospendere, vuol dire che l’80% di quelli che erano stati riscontrati come non vaccinati continua a fare il proprio lavoro. In pratica, “la legge non è applicata da 5 mesi, cioè dal giorno dopo la sua pubblicazione, del 1° aprile.
Per Anelli si tratta di una situazione grave, tanto più che i medici sospesi per non aver fatto il vaccino non possono assolutamente lavorare, a meno che non vengano utilizzati per compiti che non siano “da medico”. “La legge prevede esclusivamente il requisito della vaccinazione per poter esercitare. La Asl può decidere di far fare al professionista non vaccinato l’impiegato o altra attività, ma non può fare il medico”, precisa Anelli. Oggi chi lavora senza la vaccinazione commette un reato: esercizio abusivo della professione.
In questo preoccupante quadro la predominanza della variante Delta spinge lontano l’ipotesi immunità di gregge, tanto che, secondo alcune indiscrezioni, il Governo starebbe pensando all’obbligo vaccinale qualora non si raggiungesse la soglia del 90% di immunizzati (e non più 80%) entro la fine dell’anno.
Ma se quella soglia non si raggiungesse, cosa accadrebbe? Rischieremmo altri lockdown o parziali chiusure? Speranza non usa mezzi termini per dire che questa è tutt’altro che una possibilità remota.
“I vaccini salvano la vita delle persone. In pandemia la coperta rischia di essere corta: o la tiriamo con forza dalla parte dei vaccini, o dovremo immaginare nuove chiusure”. Detto in altri termini, “o rafforziamo ancora la campagna vaccinale, o siamo costretti a immaginare che a un certo punto bisognerà usare le misure del passato”.
Torna anche sulla questione obbligo vaccinale Speranza, “non una scelta già determinata e certa, ma uno strumento che abbiamo e se necessario andrà attuato senza paura. Se la difesa del diritto alla salute e la necessità di evitare nuove privazioni della libertà ci dovessero portare a questa soluzione, certo non ci spaventeremo e non ci fermeremo”.