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Numeri che fanno paura. Numeri impressionanti, da brividi. Che nessuno avrebbe mai immaginato. Ad un anno dalla morte di Adriano Trevisan, il cittadino di Vo’ Euganeo prima vittima del virus in Italia ieri è stato sfondato il muro dei centomila morti, esattamente 100.103 I dati sui contagi mostrano una curva ancora in crescita, che non vuole accennare a scendere con le terapie intensive che ritornano ad essere piene. Un incubo che dura da 365 giorni e sembra destinato a continuare ancora per altre settimane. Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) il 7 marzo ha dichiarato che ben 11 Regioni italiane contano terapie intensive oltre la soglia critica, cioè oltre il 30%, livello definito ‘critico’ poiché, una volta superato, risulta difficile assistere compiutamente i pazienti non Covid. “Dati che preoccupano”, ha affermato ieri il premier Mario Draghi, aggiungendo che il governo farà la sua parte. “Ci troviamo di fronte ad un nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria, ognuno deve fare la propria parte per contenere la diffusione del virus. Soprattutto il governo deve fare la sua e ogni giorno deve cercare di fare di più”, dice il presidente del consiglio. Da fonti di Palazzo Chigi si apprende che ieri sarebbe avvenuto un incontro tra il commissario per l’emergenza Covid Figliuolo, il Capo della Protezione Civile Curcio, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Garofoli, i ministri Speranza e Gelmini. Nella riunione si sarebbe discussa un’ implementazione della campagna vaccinale. Quanto alla previsione di nuove misure restrittive, è attesa stamattina una riunione del Comitato tecnico scientifico per valutare la diffusione dei contagi, alla luce del verbale degli esperti di venerdì in cui si esprimeva “grande preoccupazione” per la diffusione delle varianti.Tra le ipotesi plausibili, lockdown nei fine settimana e zone rosse più rigide.
Piera Toppi
