Un malato diCovid su 10 è un longhauler, cioè un paziente “a lungo raggio”: continua ad avere i sintomi della malattia anche per mesi dopo essere tornato negativo. Lo ha rilevato uno studio scientifico su questa nuova sindrome portato avanti dall’ospedale universitario di Tours, in Francia, condotto su 150individui da marzo a giugno. Ne dà notizia Il Messaggero.
Tutti i partecipanti avevano contratto il Covid in forma lieve o moderata. Due terzi dei soggetti hanno riferito di avere sintomi fino a 60giorni dopo aver contratto il coronavirus, e più di un terzo stava ancora male o era addirittura in condizionipeggiori rispetto all’inizio dell’infezione.
Covid lungo, quali sono i sintomi dei long hauler e come si curano
Se negli studi precedenti i pazienti avevano riferito perdita dell’olfatto e del gusto, mancanza di respiro e affaticamento, l’elenco dei sintomi si è allargato con questo nuovo studio. Sono stati rilevati ora stanchezza, debolezza, fiato corto, eritemi, confusione e perdita di memoria, la caratteristica nebbia mentale Ma anche dolori muscolari, ansia e addirittura caduta dei capelli.
Il Covid rimarrebbe vivo anche 6 mesi nel corpo del 50% dei long hauler, nascondendosi in alcuni organi come l’intestino. I pazienti non sono più infettivi, ma il sistema immunitario ne percepisce la presenza, causando una risposta dell’organismo.
Tra i sintomi più comuni, riporta Il Messaggero, quello della caduta di intere ciocche di capelli, segnalato dal 30% dei soggetti esaminati dallo studio. Si tratterebbe di un effetto transitorio, ma che può causare grande allarme nei pazienti.
Negli Usa i long hauler vengono trattati con una serie di farmaci senza prescrizione, come antistaminici H1 e H2, come il Pepcid e lo Zyrtec, e supplementi di vitamina D e C.
Cliniche per curare gli effetti del Covid lungo, la richiesta in Italia
Gli effetti a lungo termine di Covid incidono pesantemente sulla vita delle persone, tanto che in Italia è stato fondato un gruppodi autoaiuto online chiamato Noi che abbiamo sconfitto il Covid. La nuova piazza virtuale raccoglie le storie di chi, pur essendo ufficialmente guarito, continua a stare male.
“Le adesioni sono arrivate e in breve tempo mi sono accorta che tutti, chi più chi meno, abbiamo gli stessi malesseri. Molte volte ci liquidano come depressi o ipocondriaci. I nostri problemi invece sono reali, ma nessuno sembra volerci dar credito”, ha riferito Morena Colombi, la fondatrice, al Messaggero.
Tra gli obiettivi del gruppo anche quello di far riconoscere dal Sistema sanitario italiano la sindrome post Covid, come sta già accedendo in alcuni Paesi, al fine di avere il rimborso delle spese mediche e la creazione di centri appositi. A New York ne è stato aperto uno, nell’ospedale Mount Sinai, mentre in Gran Bretagna sta nascendo una rete di cliniche per i pazienti long Covid.