Sarà un fiore, una primula, il simbolo della campagna dei vaccini anti covid che partirà a metà gennaio. Il simbolo è stato presentato dall’architetto Stefano Boeri – che lo ha realizzato – nel corso di una conferenza stampa con il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
“L’italia rinasce con un fiore” è lo slogan che accompagna il simbolo e che sarà presente in tutta la campagna. “Questa idea di una primula che ci aiuti ad uscire da un inverno cupo è il messaggio che vogliamo dare – ha detto Boeri – il fiore è il segnale di inizio della primavera, un simbolo di serenità e rinascita”.
“Stiamo lavorando senza sosta perché la vaccinazione inizi da metà gennaio”, ha confermato il commissario Arcuri in conferenza stampa ribadendo che i primi ad essere vaccinati saranno operatori sanitari e personale e ospiti delle Rsa. “I numeri delle persone da vaccinare nelle diverse regioni saranno perfezionati in queste ore” ha aggiunto.
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Saranno 1.500 gazebo a forma di fiore, come il simbolo della campagna, i luoghi dove verranno somministrate le dosi nella seconda fase della campagna per i vaccini anti covid. I gazebo, hanno spiegato il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e l’architetto Stefano Boeri, saranno collocati in tutta italia, nelle piazze delle città, davanti agli ospedali e anche nei campi sportivi. La campagna informativa per invitare gli italiani a vaccinarsi – oltre agli spot su radio, tv, siti web e social, prevede anche la realizzazione di totem informativi davanti agli ospedali, nei parchi, negli uffici pubblici e nelle scuole.
l comitato consultivo del Center for Disease Control and Prevention, dopo aver dato il via libera in America per la somministrazione del vaccino Covid, presto pubblicherà una guida specifica per bambini, donne in gravidanza e in allattamento e per le persone che hanno avuto (o potrebbero avere) gravi reazioni allergiche al trattamento.
Sabato 6 dicembre un comitato indipendente del Centro per il controllo e la prevenzione Usa, formato da esperti e ricercatori, ha espresso il suo voto favorevole alla somministrazione del vaccino Pfizer in America. L’approvazione, arrivata dopo l’autorizzazione all’uso del vaccino nei casi di emergenza da parte della Food and Drug Administration, ha dato l’ok per le prime iniezioni del trattamento, con dosi destinate – almeno durante la sua prima fase – a pazienti di età pari o superiore ai 16 anni.
Il comitato consultivo, che di solito si riunisce tre volte l’anno per rivedere gli emendamenti ai programmi di routine per i vaccini )per bambini, adolescenti e adulti), si sta adesso impegnando per discutere e cercare di risolvere tutti i problemi legati alla distribuzione del nuovo vaccino che, in piena emergenza sanitaria, rischia di essere in offerta limitata rispetto all’attuale domanda.
Nelle ultime riunioni, come riporta il New York Times, il dibattito si è concentrato principalmente su tre punti, ovvero se raccomandare o meno il vaccino a:
- minori di 16 anni e, quindi, anche i bambini;
- donne in gravidanza e in allattamento;
- pazienti che soffrono di particolari allergie.
I funzionari CDC e gli scienziati, una volta arrivata ad una conclusione, pubblicheranno delle linee guida precise per questi gruppi in particolare, tenendo aggiornato il documento anche nelle successive settimane, man mano che verranno rese note maggiori informazioni sul vaccino.
Vaccino Covid, le indicazioni per i pazienti allergici
Al momento, sulla base dei dati in possesso degli scienziati e dei ricercatori, i membri del comitato CDC hanno approfondito i casi dei due operatori sanitari britannici che hanno avuto gravi reazioni allergiche immediatamente dopo la somministrazione della prima dose del vaccino.
Dalle prime analisi è emerso che il vaccino dovrebbe essere sconsigliato ai pazienti con ‘gravi reazione allergiche ‘a qualsiasi ingrediente del vaccino. Inoltre, per evitare complicazioni, si starebbe pensando di introdurre un monitoraggio obbligatorio dei pazienti che hanno ricevuto la prima iniezione, con un periodo di osservazione di circa 15 muniti a partire dalla somministrazione.
Analogamente, per evitare di escludere dalla vaccinazione di soffre di particolari allergie, si potrebbe imporre il periodo di osservazione anche in questi casi, ma allungando i tempi fino a 30 minuti.
Vaccino Covid, dubbi sulla somministrazione ai bambini
I primi dubbi sul vaccino (e probabilmente i prossimi nodi da sciogliere durante il dibattito CDC di sabato) sono emersi riguardo alla somministrazione dello stesso ai bambini. Sull’eventualità di consentire o meno ai più piccoli la possibilità di ricevere la prima dose, ovvero ai bambini e ai ragazzi minori, diversi pediatri del comitato hanno espresso preoccupazione per il fatto che i dati di Pfizer fino ad ora relativi ai partecipanti più giovani fossero “scarsi”. Ma altri membri del comitato si sono opposti, dicendo che la differenza fisiologica tra un sedicenne e un diciottenne è minima.
La decisione definitiva, comunque, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, con l’approvazione del documento ufficiale contenente le linee guida.
Avere in anticipo dei dati precisi sulla somministrazione del trattamento e sulle reazioni che questo scatena, di fatto, può essere un punto di svolta anche per l’Italia, che entro gennaio dovrebbe partire con le prime dosi.