Crediti d’imposta, Cataldi (commercialisti): “Strumento da migliorare, non eliminare”

“La sospensione del credito di imposta per i beni strumentali nuovi 4.0 e quello per le attività di R&S, emersa dapprima con la pubblicazione del decreto “blocca agevolazioni” e poi con la risoluzione 19/E, resa pubblica dall’Agenzia delle Entrate il 12 aprile scorso, desta sconcerto. Dallo scorso 31 marzo è infatti possibile usufruire dei suddetti crediti solo previa comunicazione al MIMIT, con una modulistica non ancora approvata. Se si aggiunge la complessità interpretativa e di compimento dei crediti di imposta transizione 5.0 – anch’essi ancora non attuati – il timore è che si possa assistere all’ennesimo colpo di spugna che, questa volta, non riguarderebbe una specifica agevolazione, bensì un’intera categoria, quella dei crediti d’imposta, fondamentale per lo sviluppo e la crescita del tessuto imprenditoriale del Paese”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

“L’intenzione del governo, come emerso dalle parole del ministro all’Economia Giorgetti, è quella di abbandonare lo strumento del credito d’imposta, a favore di tipologie di intervento “controllabili”, come i classici contributi in conto capitale o in conto impianti. Ma crediamo che, piuttosto che cercare di ripianare una situazione compromessa – così come accaduto per il credito d’imposta per gli investimenti nel mezzogiorno e per la possibilità di cessione dei bonus edilizi – sarebbe opportuno avviare un tavolo tecnico, che veda la categoria dei commercialisti parte attiva, finalizzato a migliorare lo strumento del credito d’imposta, piuttosto che procedere alla sua sospensione o addirittura alla sua eliminazione”, sottolinea Cataldi.

Roberto Gennari, consigliere UNGDCEC, evidenzia: “Comprendiamo che le esigenze di semplificazione del sistema fiscale siano sentite dal legislatore, al pari della necessità di porre un freno ai fenomeni frodatori che contraddistinguono le misure di vantaggio per i contribuenti. Occorre però ricordare che, soprattutto a livello economico, l’affidamento nei confronti dei governanti è una condizione imprescindibile per la crescita; e tale affidamento di certo non si promuove né si consolida con disposizioni simili a quelle del recente D.L. 39/2024, che ha creato sgomento e frustrazione in tutti coloro che, legittimamente, si aspettavano di poter operare sulla base della normativa da sempre applicabile”.

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