Le tensioni tra la Russia di Vladimir Putin e l’Occidente non accennano a placarsi: tanto gli Stati Uniti quanto l’Unione europea stanno tentando di ostacolare la politica bellica del Cremlino a suon di sanzioni sempre pesanti. Nonostante questo, pare non arrestarsi la tendenza dei Paesi comunitari ad accrescere le proprie esportazioni verso Mosca.
Ormai da diversi anni – ossia dalla caduta del muro di Berlino, con il conseguente disfacimento dell’Urss – Mosca è divenuta uno dei partner privilegiati per l’Europa dal punto di vista degli scambi commerciali: la prova tangibile di questo connubio sempre più stretto è rappresentata dalla situazione della Germania, che si ritrova in forte difficoltà dal punto di vista energetico per la stretta dipendenza della propria economia dal gas in arrivo da Est.
Anche l’Italia vanta una partnership privilegiata con la Russia dal punto di vista dell’export e il quadro è stato confermato di recente dai dati pubblicati dall’Istat per quanto riguarda lo scorso mese di aprile. Stando a quanto divulgato dall’Istituto di statistica, nel quarto mese del 2022 “l’export verso i paesi extra Ue prosegue la sua crescita su base mensile, ininterrotta da inizio anno e trainata soprattutto dalle vendite di energia e beni di consumo non durevoli“.
L’incremento rispetto a marzo (mese pesantemente condizionato dall’andamento bellico in Ucraina e dai timori di un allargamento del conflitto) è stato dell’1,9% per le esportazioni di prodotti italiani. In rialzo chiaramente anche le importazioni, dopo il sostanziale blocco attuato a livello globale per contrastare l’avanzata militare del Cremlino: ora che la situazione (almeno per chi non vive la guerra) si è leggermente attenuata, gli arrivi commerciali da mete extra-Ue fanno segnare un deciso +6,4%.
Nonostante le incertezze che ancora rimangono sulle sorti del conflitto e sulle reali volontà di Vladimir Putin, c’è chi tira un sospiro di sollievo per questi numeri rassicuranti. Tra questi molti comparti industriali italiani, che vedono in Mosca la principale meta di approdo delle loro merci. Per il nostro Paese infatti la Russia rappresenta l’1,8% di tutte le esportazioni a livello globale, che equivalgono a quasi 7,7 miliardi di euro.
Ma quali sono i settori più vincolati da questo rapporto con l’Est Europa? In primis ci sono gli articoli di abbigliamento: per questo comparto il mercato russo rispecchia il 3,9% dell’export, con un valore complessivo di oltre 734 milioni di euro. In seconda piazza si trova quella che viene definita la fabbricazione di altre macchine di impiego generale, che copre il 2,9% dell’export e porta in dote circa 678 milioni di euro. Infine, sull’ultimo gradino del podio ci sono i mobili che, seppur su livelli più contenuti, mostrano una esposizione significativa al mercato russo: gli acquisti in Italia non mancano mai, ma l’export verso il Cremlino è comunque pari al 3%.
Lo scenario risulta ben più differenziato se apriamo l’analisi a livello territoriale. Osservando la distribuzione delle esportazioni verso la Russia nelle diverse regioni, si nota una maggior esposizione – superiore al 2% – in Umbria (2,7%), nelle Marche (2,4%) e in Emilia Romagna (2,1%).