“Accogliamo con favore la disciplina fiscale inserita nella Legge di Bilancio 2023 sulle cripto-attività. Misure come l’imposizione di una soglia minima di duemila euro per la rilevanza di plusvalenze e minusvalenze; l’esclusione della rilevanza delle operazioni di permuta tra criptovalute e sanatorie e le rivalutazioni per le cripto-attività detenute servono ad avere una linea di azione comune. Ma adesso appaiono necessari interventi di completamento per risolvere i tanti spazi di dubbio interpretativo ancora presenti”.
Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
Per De Lise “la neo-introdotta irrilevanza della permuta tra cripto-attività aventi medesime caratteristiche e funzioni, merita ad esempio declinazione normativa; così come la valutazione del costo d’acquisto della cripto-attività non più a metodo LIFO. Parimenti, non si comprende a quale regolarizzazione possa fare riferimento la presunta “sanatoria”, non essendoci ad oggi alcuna norma imperativa esistente. La finestra rivalutativa in merito alle cripto-attività ad un meglio e non identificato valore normale in una fase di bear market lascia il campo, poi, a troppi dubbi; infine, la prova a carico del contribuente in merito al costo o valore di acquisto della singola cripto-attività sembra dimenticare le operazioni in blockchain. E si ravvisa anche la necessità di una migliore puntualizzazione normativa in merito al regime transitorio applicabile”.
Gianluigi Montoro e Giacomo Trinchera (Commissione nazionale di studio dell’Ungdcec “Professionista e studi professionali: digitalizzazione, organizzazione, responsabilità e riforma delle professioni”), in collaborazione con Matteo Balestra, Alessio Saraullo e Claudio Sica, hanno lavorato alle proposte e si soffermano sull’introduzione del Registro Operatori Valute Virtuali Oam: “La creazione di un vero e proprio registro degli operatori in cripto-valuta è da accogliere con estrema positività, ma resta auspicabile un maggior coordinamento tecnico informatico tra gli infiniti e puntuali dati nelle mani degli operatori provenienti dalla blockchain. Altro passaggio normativo che potrebbe migliorare la situazione – aggiungono – sarebbe una più puntuale e stringente declinazione su chi sia o meno obbligato all’iscrizione, senza lasciare riferimenti generici”.
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“Accogliamo con favore la disciplina fiscale inserita nella Legge di Bilancio 2023 sulle cripto-attività. Misure come l’imposizione di una soglia minima di duemila euro per la rilevanza di plusvalenze e minusvalenze; l’esclusione della rilevanza delle operazioni di permuta tra criptovalute e sanatorie e le rivalutazioni per le cripto-attività detenute servono ad avere una linea di azione comune. Ma adesso appaiono necessari interventi di completamento per risolvere i tanti spazi di dubbio interpretativo ancora presenti”.
Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
Per De Lise “la neo-introdotta irrilevanza della permuta tra cripto-attività aventi medesime caratteristiche e funzioni, merita ad esempio declinazione normativa; così come la valutazione del costo d’acquisto della cripto-attività non più a metodo LIFO. Parimenti, non si comprende a quale regolarizzazione possa fare riferimento la presunta “sanatoria”, non essendoci ad oggi alcuna norma imperativa esistente. La finestra rivalutativa in merito alle cripto-attività ad un meglio e non identificato valore normale in una fase di bear market lascia il campo, poi, a troppi dubbi; infine, la prova a carico del contribuente in merito al costo o valore di acquisto della singola cripto-attività sembra dimenticare le operazioni in blockchain. E si ravvisa anche la necessità di una migliore puntualizzazione normativa in merito al regime transitorio applicabile”.
Gianluigi Montoro e Giacomo Trinchera (Commissione nazionale di studio dell’Ungdcec “Professionista e studi professionali: digitalizzazione, organizzazione, responsabilità e riforma delle professioni”), in collaborazione con Matteo Balestra, Alessio Saraullo e Claudio Sica, hanno lavorato alle proposte e si soffermano sull’introduzione del Registro Operatori Valute Virtuali Oam: “La creazione di un vero e proprio registro degli operatori in cripto-valuta è da accogliere con estrema positività, ma resta auspicabile un maggior coordinamento tecnico informatico tra gli infiniti e puntuali dati nelle mani degli operatori provenienti dalla blockchain. Altro passaggio normativo che potrebbe migliorare la situazione – aggiungono – sarebbe una più puntuale e stringente declinazione su chi sia o meno obbligato all’iscrizione, senza lasciare riferimenti generici”.