Crisi Bulgaria: minatore licenziato, si immola col fuoco

La crisi economica continua a spingere gente a compiere gesti estremi con suicidi e immolazioni. Ieri sera, nella città di Bobov Dol, nell’ovest del paese, il 59enne Simeon Simeonov, si è cosparso il corpo di benzina per poi darsi fuoco. La tragedia è avvenuta in seguito al licenziamento dell’uomo, operaio di una miniera davanti agli occhi del figlio. Simeonov, prima di compiere il gesto, ha telefonato alla moglie, per dirle che era disperato e che si sentiva inutile senza lavoro e senza soldi. Il figlio, con il suo giubbotto, è riuscito a spegnere le fiamme, ma il padre è stato portato in ospedale in pericolo di vita, con ustioni sul 30% del corpo e polmoni saturi di sostanze tossiche. Il 13 marzo scorso a Sofia davanti alla presidenza si era dato fuoco il fabbro 52enne Dimitar Dimitrov, le cui condizioni in ospedale restano gravi. Altri tre bulgari si erano dati fuoco nel mese di febbraio in segno di protesta e più tardi erano morti in ospedale.

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