Crisi, disoccupazione record tra gli immigrati: 383mila in cerca di lavoro nel 2012

Si accontentano di ogni tipo di lavoro, purché sia fonte di guadagno. Eppure te li ritrovi ai semafori, all’uscita dei supermercati a implorarti di lasciargli anche pochi spiccioli. Scene di vita quotidiane in Italia, che però sono indice di una realtà in rapida espansione anche nel nostro Paese: la disoccupazione cresce anche tra gli immigrati. Sono infatti 383mila, di cui 118mila comunitari e 265mila extracomunitari, i cittadini stranieri in cerca di occupazione nel 2012 nel nostro paese, con un tasso di disoccupazione di circa il 14%, di quattro punti superiore a quello della componente italiana. E’ quanto emerge dal terzo rapporto annuale sugli immigrati nel mercato del lavoro in Italia, presentato oggi dal ministero del Welfare al Cnel. Secondo l’indagine, rispetto al 2011, le persone in cerca di lavoro di cittadinanza Ue sono cresciute di oltre 19mila unità, mentre tra le forze di lavoro di cittadinanza extra-Ue i disoccupati sono 53mila in più. Ciò si è tradotto in un aumento del tasso di disoccupazione della componente comunitaria dell’1,5% e di quella extra-comunitaria del 2,2%. Rispetto alla media europea dell’Ue a 27, il tasso di disoccupazione della popolazione straniera in Italia è più basso di circa 3 punti percentuali (17%), ma è cresciuto negli ultimi cinque anni più rapidamente. In Europa, comunque, secondo il Rapporto, ad esclusione della Germania che fa registrare un tasso di disoccupazione decrescente, la crisi ha ridimensionato la domanda di lavoro straniera e l’incremento della disccoccupazione è dovuto alla perdita di posti di lavoro da parte delle componenti straniere del mercato e all’ingresso di componenti inattive che la crisi spinge verso il lavoro.

Nel 2012 in italia l’occupaizone straniera è cresciuta di 83mila unità, soprattutto nel settore dei servizi alla persona. Secondo l’indagine, sono circa 2 milioni e 334 mila gli occupati stranieri nel 2012 nel nostro paese, mentre il tasso di occupazione della componente straniera si è ridotto: ha toccato nel caso dei lavoratori Ue quota 65,4% (nel 2011 era a 66,5%), mentre per gli extracomunitari si è fermato al 58,6% (nel 2011 era al 60,4%), pur mantenendosi molto al di sopra del tasso di occupazione della popolazione italiana (8,5 punti in un caso e quasi 2 punti nell’altro).

Secondo il Rapporto, la riduzione dell’occupazione straniera si concentra in due settori tradizionali: l’industria in senso stretto e le costruzioni, che occupano circa 770mila stranieri. Secondo i dati dell’indagine, la crescita degli occupatI è  quindi quasi tutta concentrata nei servizi e in particolare nei servizi alla persona, dove l’aumento di circa 70mila occupati è coperto per 8 decimi da lavoratori stranieri, quasi tutte donne. Per il Rapporto, quindi, si presenta una trasformazione quantitativa e qualitativa della domanda di lavoro riservata ai lavoratori stranieri, che si contrae nei comparti manifatturieri, cresce quasi esclusivamente nei servizi alla persona e, inoltre, si ‘impoverisce’. Infatti, si registra tra il 2011 e il 2012 un aumento della domanda di lavoro non qualificato del 2,9% per i lavoratori Ue e dell’1% per gli occupati extra-Ue.

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