Putin , ormai, non sa più dove aggrapparsi. Gli è rimasto solo il gioco/passatempo ‘dell’apri e chiudi’, ovviamente il gas all’Europa. Il prezzo del gas naturale è aumentato del 1000% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, innestando la spirale per una nuova recessione economica, che potrebbe mettere in ginocchio tutto l’apparato produttivo del Paese, con conseguenze devastanti sulle classi deboli della popolazione. Ma se si adotteranno politiche comuni tra i vari Stati del Vecchio Continente , non è detto che la recessione assuma caratteri devastanti. Sicuramente, se pur con qualche sacrificio, l’Europa supererà l’inverno e per lo Zar di Russia sarà un colpo difficile da evitare. Bisogna, però, evitare facili illusioni e soprattutto mettere in campo proposte scevre da demagogie. Tutti sanno che il gas, a differenza del petrolio, non è facile da trasportare, in gran parte dipende da gasdotti che per essere realizzati richiedono tempi lunghi. Per questo motivo i Paesi europei stentano a diversificare le loro fonti di approvvigionamento, per rendersi autonomi dalla tirannia energetica russa. Si intensificano sempre di più gli acquisti di gas in altri Paesi, dal Nord Africa all’Asia, al Nord America. Il Governo italiano ha sottoscritto contratti con l’Algeria, Paesi Arabi, Angola. I tempi sono lunghi e per molti Paesi dell’Est e Centro- Europa le difficoltà si moltiplicano per sei. Questo significa che il rischio di recessione per quest’ultimi è sei volte quello dell’Europa occidentale. Sarà, quindi, indispensabile una politica di condivisione del gas, per evitare che la recessione provochi una rottura sociale e politica in Europa. Occorre abbattere i muri eretti dai falsi nazionalismi, solo così si potranno limitare i danni economici, che inevitabilmente la recessione si porterà con sé. I consumi andranno ridotti e gli Stati dovranno attuare sempre di più l’economia di prossimità, con una tutela delle fasce più deboli. che già in buona percentuale rasentano la povertà assoluta. I vari governi dovranno attivare meccanismi a sostegno delle imprese. Esso deve avvenire, come già ribadito, attraverso la condivisione di politiche comuni nel campo energetico e con la progressiva attenuazione di un cambiamento che è strutturale e dettato da ragioni geopolitiche; è demagogico ed ingannevole sostenere che si possa evitare la recessione solo con il sostegno delle politiche nazionali. Non ci facciamo facili illusioni, dovremmo tutti adeguarci ad un utilizzo più virtuoso dell’energia; l’aiuto, poi, di nuove tecnologie aiuterà a risparmiare e sostituire il gas russo con quello degli altri Paesi. A quel punto a Putin non resterà che piangere e meditare sulla sua sfrenata ambizione e immensa presunzione.
Andrea Viscardi