Crisi, gli italiani stringono la cinghia: in 10 anni la spesa delle famiglie è aumentata di soli 108 euro

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ROMA. Gli italiani in tempo di crisi riescono se non a risparmiare almeno a non far aumentare le spese in famiglia. Secondo l’Istat, negli ultimi 10 anni, dal 2004 al 2014, la spesa media mensile delle famiglie è aumentata di soli 108 euro (+4,5%). I dati Istat, riportati nel volume “ Italia in cifre”, riferito all’anno 2014, ci consegnano una fotografia del paese con notevoli spaccature tra Nord, Centro e Sud, relativamente ai consumi, con consistente divario fra i livelli di spesa del meridione e quelli del nord Italia, con una evidente stagnazione nel meridione. L’incremento maggiore per area geografica, avviene al centro dove, con 2608 euro di spesa media mensile, l’aumento decennale è stato di 216 euro (+9%). Le coppie con due figli o più figli sono quelle che spendono di più, la spesa media al mese a livello nazionale si aggira sui 3230 euro. La spesa media mensile più bassa, in base a quanto si legge nei dati riportati dall’Istat, è quella per una persona sola con più di 64 anni (1630 euro). Se il dato medio complessivo raggiunge i 2489 euro, facendo segnare un timido + 4,5% rispetto al 2004, questo aumento è dovuto interamente all’incremento delle spese per l’abitazione complice l’aumento della tassazione su immobili e rifiuti, quella per la casa è l’unica voce di spesa in aumento (+21,9%) ed assorbe quasi il 37% del budget familiare. A pagare l’aumento del costo della casa sono tutti gli altri settori. I trasporti (-34,9%), l’abbigliamento (-30%) e il tempo libero (-18,3%) sono le voci sulle quali gli italiani risparmiano di più. Ma non solo, anche tavola, si risparmia, con la spesa per i beni alimentari che è diminuita del 7,9% arrivando ad impegnare appena il 17,5% del budget familiare. Infine anche il paniere Istat sulla spesa annuale per i beni durevoli, conferma la tendenza degli italiani a stringere la cinghia. Negli ultimi 10 anni, infatti, sono calate le spese per tutti i tipi di elettrodomestici. Gli unici incrementi si registrano su telefoni cellulari e automobili, ultimi lussi sui quali gli italiani non vogliono risparmiare.

Fabio D’Amora