Italian Finance Minister Pier Carlo Padoan attends a hearing by European Parliament Committee on Economic and Monetary Affairs in Brussels, Belgium, 27 January 2015. ANSA /STEPHANIE LECOCQ

Crisi: Padoan, “la ripresa c’è, taglio la tassa sulla casa per aumentare i consumi”

ROMA. Durante il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha affermato che il taglio delle tasse sulla casa ha sulla propensione al consumo delle famiglie lo stesso effetto di una riduzione indeterminata delle imposte. Il ministro sostiene, che l’80% degli italiani ha una casa e quindi eliminare la pressione fiscale sui cittadini è uno dei cardini del governo Renzi, un percorso che secondo le parole del ministro,è iniziato con gli 80 euro del 2014 e continuerà fino al 2018. Dopo l’Imu, toccherà alla Tasi per poi concentrarsi sulle imposte sul lavoro. Nel mirino dell’esecutivo ci sono l’Ires, l’Irpef e l’Irap, il cui abbassamento servirà a rilanciare le imprese ed è previsto per il 2017. Il ministero dell’economia e quello dello sviluppo economico stanno valutando anche altre ipotesi per poter rilanciare l’economia del Mezzogiorno, ovvero quelle di anticipare il taglio dell’Ires alle imprese meridionali e di rifinanziare gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni al Sud. In alternativa, l’abbassamento dell’imposta sul reddito delle società si potrebbe anticipare, per estenderlo a tutte le Pmi, ma questa strada sarebbe più gravosa dal punto di vista delle coperture. La domanda che molti si pongono, è dove si troveranno le risorse per tagliare tutte queste tasse. Già la settimana scorsa il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, si era detto contento dell’annuncio dell’abbassamento delle tasse, ma solo a condizione che l’operato del Governo non si fermi agli slogan, fornendo anche appropriate coperture finanziarie, a partire dalla spending-review. Il taglio delle spese sostenute dallo Stato dovrebbe valere almeno 10 miliardi di euro, ai quali potrebbero aggiungersene altri cinque o sei, previsti dalla clausola di flessibilità dei conti con l’Ue. Per aderire a questa procedura si ha tempo fino al 30 settembre, al momento le richieste arrivate all’agenzia delle entrate sono oltre 10 mila, ma poterebbero aumentare sensibilmente con l’avvicinarsi del termine ultimo per presentare la domanda. Le indiscrezioni trapelate, riferiscono che con questa misura lo Stato potrebbe incassare oltre 3 miliardi di euro.

Fabio D’Amora

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