E’ il reperto numero 132. Quello che potrebbe dare una svolta nelle indagini relative al crollo del Ponte Morandi avvenuto lo scorso 14 agosto e costato la vita a 43 persone. Tra i reperti catalogati dai periti della procura e i consulenti ne è stato trovato uno, appunto, che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato. Corrosione, secondo i militari della Guardia di Finanza, dovuta a manutenzioni carenti.
Secondo quanto riporta il Secolo XIX, il reperto in questione verrà inviato in Svizzera per analisi più approfondite. Per gli inquirenti, infatti, il collasso del viadotto è stato causato dalla rottura degli stralli (i tiranti alla sommità della struttura) deteriorati da anni e per i quali era stato approvato il progetto di retrofitting, il rinforzo appunto delle pile 9 e 10. I lavori sarebbero dovuti partire tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019.