The curve of the German stock index DAX is displayed on a board at the stock market in Frankfurt, Germany, Thursday, Feb. 11, 2016. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)

Crollo delle borse dopo il contrattacco iraniano

I future sugli indici di Wall Street affondano con l’attacco iraniano a due basi militari in Iraq che ospitano le truppe americane. I future sul Dow Jones perdono oltre 200 punti, quelli sullo S&P 500 l’1,3%.

Ma calano anche le altre borse. Seul a -1,13% alle 7.30. Indice KOSPI a 2.150,88 punti. Shenzhen a -0,91% alle 7.30. Indice CSI-300 a 10.730,84 punti. Shanghai a -1,16% alle 7.30. Indice SSE a 3.068,89 punti. Hong Kong a -1,11% alle 7.30. Indice Hang Seng a 28.007,81 punti. Mumbai, indice Sensex -0,72% a quota 40.574,83 in apertura.

La Borsa di Tokyo termina la seduta in netto ribasso, a causa delle crescenti tensioni in Medio oriente dopo l’attacco dell’Iran alle basi missilistiche Usa in Iraq, e l’apprezzamento dello yen sulle principali valute. L’indice Nikkei ha ceduto l’1,57% a quota 23,204.76, con una perdita di di 370 punti. L’instabilità geopolitica spinge la divisa giapponese a rivalutarsi progressivamente sul dollaro a 108,30, e sull’euro a 120,80.

Insomma, una tempesta quasi perfetta sulle principali borse di Asia e Pacifico dopo il contrattacco dell’Iran alle basi Usa in Iraq. Riepilogando: la Borsa di Tokyo chiude con un calo dell’1,57%, superiore a quello di Shanghai (-1,22%) e Seul (-1,11%), mentre Sidney (-0,13%) appare poco variata. In rosso Hong Kong (-1,02%) e Mumbai (-0,41%), ancora aperte, così come i futures sull’Europa e gli Usa. Sui massimi l’oro, salito fino a 1.600 dollari l’oncia, mentre in Germania sono inaspettatamente scesi gli ordini di fabbrica (-1,3%).

Petrolio: Brent in volata questa notte dopo l’attacco iraniano alla base irachena di Erbil, dove sono stanziate le truppe americane. Il greggio di riferimento europeo è salito a 71,7 dollari, con un rialzo di oltre il 5%, per poi stabilizzarsi in mattinata sui 69 dollari. Stessa sorte per il Wti americano che, dopo essere salito oltre i 65 dollari, viaggia ora sui 63,3 dollari al barile.

Il prezzo dell’oro si raffredda dopo la fiammata della notte ai massimi da settembre del 2012. Il metallo prezioso, che sulla scia dell’attacco iraniano alle basi Usa in Iraq era salito a 1.611 dollari l’oncia, è sceso a 1.593,86 dollari.

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