“Il sistema Paese è inadeguato: nessuno controlla e ci si affida al fato, salvo scatenarsi, dopo una tragedia, in un’inammissibile fuga dalle responsabilità. E’ sconvolgente. La manutenzione fa notizia solo dopo le tragedie. Passata l’emozione, si preferiscono i tagli di nastri. Nel crollo ci sono responsabilità omissive. Chi aveva l’obbligo di intervenire per evitare l’evento? Il concessionario, certo. E nessun altro?”. Così il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un’intervista al quotidiano “La Stampa”. Secondo Cantone “gran parte dei poteri è stata delegata al concessionario, ma non vuol dire che l’autorità pubblica può disinteressarsi dei controlli. La fuga dalle responsabilità è un classico italiano”. Per il futuro “servono regole chiare. L’ambiguità sulle competenze è disastrosa: tutti si sentono autorizzati a non fare niente. Se avremo segnalazioni, ce ne occuperemo”.
Sull’ipotesi di revoca della concessione ad Autostrade, il presidente dell’anticorruzione aggiunge: “Non entro nel merito, la procedura è in corso. In astratto lo giudico il rimedio giuridico corretto in caso di clamoroso inadempimento e un segnale importante per i cittadini, se viene meno il rapporto fiduciario tra Stato e privati. Abbiamo già scritto ad Autostrade per chiedere conto dell’appalto sul viadotto: perché fu ritardato? Fa parte di una questione più generale: la disparità tra investimenti programmati e realizzati”. E sulle concessioni ancora: “Ce ne occupiamo da tempo, con rilievi critici. Avevamo contestato la proroga prevista nel decreto sblocca-Italia così come la riduzione (dal 40 al 20%) della quota di appalti da mettere a gara. Una linea pro concorrenza e trasparenza che fu osteggiata dai sindacati, con mio grande dispiacere, e sconfitta da un blitz notturno in Parlamento”. Su quella di Autostrade “dopo una nostra richiesta, il ministero ha pubblicato la convenzione, ma senza gli allegati economici. Abbiamo scritto che sono parte essenziale, vanno pubblicati. Sebbene l’Anac sia l’autorità in materia, la burocrazia ministeriale ha prima chiesto alla stessa società Autostrade la sua posizione, poi un parere al Dipartimento della funzione pubblica. Risultato: sono ancora segreti. Oggi si parla di autostrade, ma vale anche per altri settori cruciali: il privato concessionario fa quello che vuole, si comporta come fosse il proprietario e nessuno lo controlla”.