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Crollo Genova, ecco quanto costa ritorno autostrade allo Stato

Il ritorno dello Stato a gestore diretto della rete autostradale, magari attraverso Anas, potrebbe arrivare a costare fino a 18,2 miliardi di euro. Anche mantenendo un margine di ricavi netti di circa 500 milioni l’anno, senza interventi straordinari di finanza pubblica, si rientrerebbe dei costi complessivi in circa 38-39 anni. A calcolarlo è la Fillea Cgil mettendo nero su bianco tutte le voci economiche di un’eventuale revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. “I costi per la manutenzione ordinaria sostenuti da Aspi – ha spiegato il segretario generale della Fillea Cgi, Alessandro Genovesi – sono circa 310 milioni l’anno. Per manutenzione straordinaria, ampliamento opere esistenti, cofinanziamento grandi opere servono minimo 1,3 miliardi l’anno per almeno i prossimi quattro anni (totale 5,2 miliardi)”. I costi operativi e organizzativi (subentro Anas, clausola sociale Pavimental, acquisto e manutenzione mezzi) ammontano 175 milioni l’anno. Nella lista vanno poi inseriti il “mancato incasso da concessioni (per lo Stato) e mancate entrate di sovrapprezzo (Anas) per circa 430 milioni euro l’anno” e il “mancato incasso da imposte dirette per utili di azienda connessi ad attività ordinaria per concessione pari a 350 milioni circa”.

I calcoli della Fillea Cgil tengono conto dei bilanci ufficiali presentati e delle proiezioni dello stesso ministero dei Trasporti. Teorizzando per il futuro gli stessi ricavi operativi da pedaggi di Aspi, pari a circa 3 miliardi l’anno, i diversi oneri di cui all’articolo 9 della concessione (al netto degli eventuali indennizzi di cui all’articolo 9 bis della Convenzione stessa, che potrebbero non essere riconosciuti per colpa grave o in compensazione di più sanzioni di importo massimo 150 milioni di euro) “costerebbero allo Stato, magari con il subentro di Anas, tra i 15,8 miliardi ai 18,2 miliardi di euro”. Ipotizzando, quindi, “il ritiro della concessione per gravi colpe ed in decretazione di urgenza per tutela di interessi nazionali, quindi senza riconoscimento dell’eventuale indennizzo, e assumendo gli importi dovuti più bassi e gli attuali livelli delle tariffe (pedaggi), lo Stato dovrebbe farsi carico direttamente e tramite Anas di circa 2,5 miliardi di euro l’anno di nuovi costi (tra costi per manutenzione, investimenti e mancate entrate) e, anche mantenendo un margine di ricavi netti di circa 500 milioni l’anno, senza interventi straordinari di finanza pubblica, rientrerebbe dei costi complessivi in circa 38/39 anni”, ha concluso Genovesi.

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