“L’ho gia’ detto e lo ripeto: noi non abbiamo fretta. Se mi dicono che c’e’ un rischio per l’incolumita’ pubblica allora d’accordo, non fermero’ ne’ ostacolero’ in alcun modo i lavori per l’abbattimento del ponte, altrimenti si vedra’, si valutera’ ogni passaggio con l’aiuto dei nostri consulenti”. Lo dice il procuratore di Genova Francesco Cozzi, intervistato dal Corriere della Sera.
“Il tempo che ci prenderemo deve essere un tempo utile, ricco, sensato. Ma non possiamo pensare di prendere decisioni sulla base del ripristino della viabilita’”, osserva, se poi dovesse arrivare “un giudizio di pericolosita’ adeguato”, da parte “dei commissari straordinari o dei tecnici della Protezione civile” e si decidera’ di abbattere, prosegue, “chiederemo che venga fatto in modo da consentire di salvaguardare le possibili fonti di prova. In realta’ lo abbiamo chiesto fin dal primo giorno: tutto quel che e’ stato fatto finora sul luogo del crollo ha tenuto conto di questa esigenza”.
Gli indagati? “Posso solo dire che le cose vanno abbastanza speditamente. E’ prematuro fare numeri, anche perche’ la Guardia di Finanza ha sequestrato una gran mole di materiale da analizzare e nel quale orientarsi. E vorrei mettere in chiaro fin da ora una cosa”: “indagare questo o quello non sara’ una affermazione di responsabilita’. Vorrei ricordare a tutti che non c’e’ nessun automatismo”