Ieri è stato l’uomo che più di tutti ha messo in difficoltà, senza tanto volerlo, il presidente del consiglio annunciando le sue dimissioni, poi smentite. Ammette di aver sbagliato i toni e grida alla violazione della privacy. Oggi torna a ragionare di politica e usa parole al miele suggerendo exit strategy al Cav, al suo presidente del consiglio, per evitargli una fine ingloriosa che “proprio non merita”.
“Sono uno di quelli che pensa che il premier non possa permettersi di cadere in Parlamento. Non vorrei che Berlusconi arrivasse in Parlamento e per colpa di due, tre traditori subisse l’umiliazione di vedersi sotto nei numeri”. Pensiero e parole di Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, espresse in mattinata a ‘La telefonata’ su Canale 5. “Preferirei che andasse al Quirinale e anticipasse l’evoluzione politica”. Per Crosetto deve essere Silvio Berlusconi a dover gestire il futuro, tenere Pdl e Lega con le redini in mano e allargare la maggioranza non fino al Pd ma al Terzo polo proponendo una persona di cui si fida. “Per me – spiega Crosetto – è una forma di tutela nei confronti di una persona che ha fatto molto per il Paese e ha ricevuto molto poco in cambio”.
Il sottosegretario, dopo lo sfogo clandestino di ieri, vuole che il premier, uno che “sfida qualunque pericolo e problema con il petto all’infuori”, non subisse l’umiliazione di un voto di sfiducia in Aula. Sarebbe troppo perché sarebbe “tradito da alcune persone che conosco e che devono tutto o molto a Berlusconi”. Una di queste è la Carlucci che, dice Crosetto, “mi ha veramente deluso, è una amica, le sono affezionato ma mi ha deluso moltissimo. Chi ha fatto dei distinguo apre solo la strada a Vendola e Bersani”. Oggi è il giorno della verità: il rendiconto, assicura il sottosegretario, “passerà, è un atto dovuto” ma poi dovrebbe iniziare il dopo Berlusconi, non senza qualche colpo di scena dell’ultima ora. Ma per Crosetto, l’unica strada da non intraprendere, è quella del governo tecnico perché non “credo sia una cosa utile per il Paese. Mi sembra un modo di scappare dalle responsabilità”.