Onestà intellettuale. Libertà di pensiero e di parola. Lucidità d’analisi e capacità di lettura tra le righe, è in questo orizzonte di pensiero e di azione che Guido Crosetto punta gli occhi sulle elezioni politiche. Che presumibilmente si svolgeranno nella primavera del 2023, e che vedono il centrodestra ampiamente in vantaggio rispetto ai giallorossi ai blocchi di partenza. E dunque, ipotecare seriamente la conquista del traguardo alle urne. Il sotto-testo della discussione rimanda dunque a due interrogativi principali, quelli su cui da tempo ormai Crosetto si interroga e dibatte: quale coalizione uscirà vincitrice? E chi sarà il prossimo presidente del Consiglio?
Giorgia Meloni «fa paura perché è determinata. Non è ricattabile, non ha fatto promesse a nessuno, è fuori dagli schemi e non si vende. È partito il tam tam per provare a screditarla: ci porterà fuori dall’euro o dalla Ue, è fascista, e amenità simili: fesserie. La verità è che c’è un sistema sclerotizzato che blocca il Paese, a guida comunista e sinistra democristiana, che dalla vittoria della Meloni si sentirebbe messo in discussione e minacciato. Non nei valori, ma nella gestione del potere».
So che useranno tutti gli strumenti per fermare l’ascesa di Giorgia. Il più immediato e facile sarà, come sempre è stato, la magistratura. Lo è dal 1994 e ha consegnato a questo gruppo di potere l’Italia»…