‘In nessun altro Paese europeo è così agevole passare da talk show o prime pagine dei giornali all’esercizio di funzioni requirenti e giudicanti fino alla presidenza di collegi anche della Cassazione’, ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini intervenendo al Congresso straordinario dell’Ucpi a Roma
Fermo restando il diritto sacrosanto alla libertà d’espressione, costituzionalmente garantita, spetta a ciascuno dei protagonisti arginare questo fenomeno. Soprattutto a chi tiene al rispetto dell’indipendenza e dell’imparzialità della magistratura che deve essere percepita come tale anche da tutti i cittadini, ha sottolineato.
Nei dieci anni di attuazione della riforma dell’ordinamento giudiziario il principio della distinzione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri è andato via via consolidandosi. I tramutamenti dalla funzione giudicante a quella requirente e viceversa rappresentano una rarità”.
Interpellato sulla riforma del codice antimafia, Legnini ha poi sottolineato: ‘Non rappresento una forza politica, non rappresento un’associazione privata, non rappresento me stesso, rappresento un’istituzione di rilievo costituzionale e in questa funzione non posso che augurarmi che questa norma così discussa, così divisiva possa essere interpretata ed applicata dalla giurisprudenza di merito ed eventualmente dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo per fare in modo che le misure di prevenzione vengano adottate nel rispetto dei diritti fondamentali di ciascuno dei soggetti coinvolti’.