“Non era possibile tacere. Perché quella di Perugia non è soltanto una questione giudiziaria. E nemmeno una faccenda che attiene unicamente al Consiglio, dove comunque esiste già una disciplina rigidissima che ne regola i lavori. Ci troviamo di fronte a fatti gravissimi, come ha detto il vicepresidente del Csm, David Ermini. Che aprono una questione morale, di etica della responsabilità, che riguarda i magistrati ma anche la politica. A partire dal Pd”. Lo afferma in una intervista a Repubblica, Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia e ora eurodeputato Pd. “Ci troviamo di fronte a un mercimonio di incarichi direttivi della magistratura. E non è il correntismo”, aggiunge.
“È giusto interloquire con la politica per discutere del funzionamento della giustizia. Non certo per spartirsi gli incarichi direttivi. Qualcuno, in relazione a questa storia, ha parlato di P2. È un’immagine colorita per raccontare gruppi di potere che tendono a indirizzare il lavoro di un organo costituzionale. Mi sembra – prosegue Roberti – che a grandi linee sia quello che è accaduto negli scorsi mesi, per come lo si capisce dall’indagine di Perugia”. “Zingaretti – conclude – ha detto quello che doveva, con onestà: andiamo fino in fondo. E stop alle zone d’ombra. La linea è chiara. Non ci saranno sbandamenti”, conclude.