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Cura Italia: stop rate mutui per 200mila partite Iva

Scattano da subito le norme del decreto ‘Cura Italia’ con la pubblicazione su una edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale, che riporta la data di ieri pur essendo stato pubblicato in nottata. Il provvedimento su “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” è stato firmato questa notte dal presidente della Repubblica ed è composto da 127 articoli che confermano l’impianto anticipato nei giorni scorsi.

Il fondo per la sospensione delle rate dei mutui prima casa, ora riservato a chi perde il lavoro o subisce un decesso in famiglia, viene infatti esteso anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti che hanno subito una flessione del fatturato di oltre il 33% e riceve una dotazione ulteriore di 400 milioni di euro. Per accedervi basterà l’autocertificazione.

Il governo stima che la sospensione delle rate dei mutui casa, estesa anche ai lavoratori autonomi con il decreto possa essere richiesto da oltre 230mila titolari di partite Iva, ovvero la metà degli autonomi in possesso di prima casa. E’ quanto si legge nella relazione tecnica   di accompagnamento al decreto divenuto legge. Per ogni nuova sospensione, l’onere medio annuo calcolato per il Fondo Gasperini, già esistente per i dipendenti, è di 1000 euro con un fabbisogno aggiuntivo di 240 milioni.

Nella relazione si evidenzia così come anche in vista di “un plausibile incremento” della perdita di posti di lavoro dipendente e della sospensione riduzione degli orari di lavoro, al Fondo (che fino a ora era riservato proprio ai dipendenti disoccupati o con lutti e disabilità) potranno ricorrere più soggetti. Per questo il provvedimento eleva la dotazione del fondo di 400 milioni di euro.

La moratoria dei prestiti bancari alle Pmi, garantita dallo Stato con il ‘Cura Italia’, potrebbe congelare fino a 220 miliardi di finanziamenti alle Pmi, ovvero quasi il 50% del totale al settore, pari a 480 miliardi. Secondo il decreto la garanzia effettiva dello Stato sarebbe di 29 miliardi, pari a un terzo di 87 miliardi di prestiti e linee di credito. Il governo ipotizza un accantonamento del 6% (e per questo stanzia 1,73 mld) a fronte dei rischi di insolvenza.

Il provvedimento, per il quale sono state necessarie 67 pagine della Gazzetta Ufficiale, è suddiviso in cinque maxi capitoli: misure di potenziamento del servizio sanitario; misure a sostegno del lavoro; misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario; misure fiscali a sostegno delle famiglie e delle imprese; ulteriori disposizioni.

In quest’ultimo ‘titolo’, che spazia dalla pulizia straordinaria delle scuole al potenziamento delle reti di telecomunicazioni, vi sono anche le norme per la costruzione delle newco di Alitalia, con un fondo da 500 milioni, e per il rinvio del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari che si potrà indire entro duecentoquaranta giorni dall’ordinanza che lo ha ammesso e che risale a fine gennaio (ultima data utile il 22 novembre).

Il decreto prevede anche che siano sospesi tutti gli sfratti fino al 30 giugno. La norma sospende “l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo”.

Nel capitolo per il potenziamento del servizio sanitario vi sono gli incentivi al personale, il potenziamento delle reti di assistenza, norme per la produzione di dispositivi medici e anche di mascherine protettive, la possibilità di utilizzare aree sanitarie temporanee, la requisizione di beni, l’arruolamento temporaneo di medici e per la permanenza di chi dovrebbe andare in pensione, il potenziamento di molte strutture e disposizioni urgenti per la sperimentazione di medicinali e dispositivi anti-coronavirus.

Per il lavoro è prevista l’estensione di ammortizzatori sociali su tutto il territorio nazionale, per la cassa integrazione ordinaria e per quella in deroga, ma anche per chi ha già attivato assegni di solidarietà o ha una cassa integrazione in corso. Un articolo riguarda il congedo parentale 15 giorni, con partenza retroattiva dal 5 marzo, per i genitori che hanno figli o della possibilità di utilizzo di un bonus di 600 euro per baby sitter. La norma vale sia per i dipendenti del settore privato sia per gli autonomi.

Norme specifiche sono previste per il settore pubblico. Nel capitolo del lavoro è prevista anche un contributo di 600 euro in favore dei lavoratori titolari di Partita Iva e per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi. Previsti ammortizzatori anche per gli stagionali del settore turistico e per i lavoratori agricoli. Vengono sospesi anche i termini di pagamento dei contributi previdenziali per l’assicurazione dei lavoratori domestici e la sospensione delle procedure di impugnazione dei licenziamenti.

Di rilievo le misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario, che aiutano il credito all’esportazione, aiutano le grandi e le piccole imprese, potenziano il fondo di solidarietà per i mutui prima casa, garantiscono supporto alle Regioni per l’acquisto dei beni necessari a fronteggiare il coronavirus. L’effetto leva di queste misure – secondo i calcoli del ministero dell’Economia – dovrebbe consentire di immettere risorse per complessivi 340 miliardi di euro.

Il capitolo delle misure fiscali fissa invece rinvii al 20 marzo per le imposte dovute lunedì scorso e lo stop fino al 31 maggio dei tributi dovuti dai settori e dalle imprese più colpite dall’emergenza Covid. Vi sono poi lo stop alle cartelle esattoriali e sconti alle imprese e alle persone che effettuano donazioni per misure di contrasto all’emergenza coronavirus.

Previsti anche un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per la sanificazione dei luoghi di lavoro e un premio di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito inferiori a 40mila euro che rapportare ai giorni di lavoro svolti nella propria sede nel mese di marzo.

Ampliamento del raggio di azione e potenziamento del Fondo centrale di garanzia delle Pmi cui verrà assegnata una dotazione di 1,5 miliardi di euro.

Il decreto assegna poi 1,73 miliardi di euro a garanzia pubblica della moratoria dei finanziamenti bancari a micro, piccole e medie imprese colpite, che potranno sospendere le rate dei pagamenti fino al 30 settembre 2020. Fino a quella data non potranno essere revocati i finanziamenti accordati. Previsti anche 500 milioni per garantire, tramite la Cdp, prestiti alle imprese con un effetto leva da 10 miliardi.

 

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