La sera del 14 febbraio, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Marco Pantani, sul palco dell’Off/Off Theatre è andato in scena “D5, Pantani. Storia di un capro espiatorio”, un interessantissimo spettacolo che celebra il ricordo di un eccelso campione attraverso il racconto di Chiara Spoletini che ne è autrice e regista. Non ci si arrende a quelle che si sono fatte passare per evidenze e si approfondiscono, attraverso un’inchiesta teatralizzata, moltissimi particolari oscuri dell’indagine sulla morte del Pirata di Cesenatico.
A bordo palco molti monitor ripropongono quello che in grande viene proiettato sul telone di fondo, montata sui rulli una bici da corsa e di lato, capovolta, una piccola bici da passeggio, come quella dell’infanzia, su cui Marco iniziava a veder nascere quella passione che lo avrebbe condotto a diventare il più grande, quello delle imprese.
Sebastiano Gavasso veste i panni del Pirata e lo fa con grande naturalezza, giocando un po’ coi suoni di un dialetto romagnolo che lo rende immediatamente simpatico e accattivante. Viviana Picariello raccorda le scene con il racconto, coadiuvata da elementi di cronaca che sono un pugno allo stomaco. La narrazione si fa via via più serrata nell’interazione tra i due interpreti che funzionano molto bene insieme anche grazie alle scelte registiche e di scrittura di Chiara Spoletini.
La platea è interamente coinvolta, i due protagonisti la percorrono, la utilizzano, il pubblico è parte integrante dello spettacolo, come se ancora una volta i tifosi avessero la possibilità di assistere a bordo strada.
Marco Pantani possedeva la purezza del campione, ammaliava col gesto atletico, le sue imprese erano coinvolgenti, ti tenevano incollato allo schermo, ti trovavi a gridare, esultare e a piangere dalla gioia. Il giorno di Madonna di Campiglio invece erano ben altre le lacrime che scendevano copiose, erano amare, i tifosi sapevano che quello a cui stavano assistendo non era la verità, che dietro c’era ben altro.
E quelle lacrime tornano assistendo a questo spettacolo, riscaldano le guance, è una commozione mista a rabbia per il grande senso di ingiustizia, le speranze infrante dell’atleta e dei tifosi, Marco è stato ricoperto di fango ma i gioielli continuano a brillare sempre, i metalli preziosi preservano le loro qualità anche se ricoperti di detriti. Personalmente non ho mai creduto a una sola parola, la sua luce mi ha sempre pervasa e quasi accecata.
Le prove occultate, la scena del crimine contaminata, la stanza D5 dove Marco si spense, il mistero sul cuore trafugato. Marco Pantani è stato, anzi è e sarà per sempre un gioiello del ciclismo. “D5, Pantani” è uno spettacolo che gode di una continua evoluzione perché segue gli aggiornamenti del caso, sapere che non ci si è fermati, che non ci si è rassegnati e che anche attraverso il teatro si ricerca la verità è sicuramente confortante.
Caro Marco, te lo dobbiamo per tutto ciò che di meraviglioso ci hai regalato!
“D5, Pantani. Storia di un capro espiatorio” è stato in scena all’Off/Off Theatre di Roma, gli auguriamo di tornare presto nella capitale e di avere la fortuna artistica che merita, assolutamente da non perdere!
Millimetroquadro con LoftTheatre presentano
D5, PANTANI Storia di un capro espiatorio
Scritto e diretto da Chiara Spoletini
con Sebastiano Gavasso e Viviana Picariello
e la partecipazione in video di Alessandro Lui e Giuseppe Spoletini e con la consulenza di Francesco Ceniti e la voce di Davide De Zan
Ph.@manugiusto
OFF/OFF THEATRE
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / Direzione Artistica Silvano Spada
www.of-offtheatre.com
Loredana Margheriti