Klimt contro la guerra. Ma anche Munch e Matisse. L’arte scende in strada, va tra le macerie della Siria e urla la sua rabbia contro la barbarie dei conflitti. E’ stato questo l’obiettivo dell’artista siriano Tammam Azzam che, due anni fa, ha realizzato una serie di immagini ibride delle macerie del suo Paese con alcune grandi opere dell’arte. Foto che, in questi giorni – come spesso accade per temi sempre attuali – sono tornate a circolare sui social network.
E così, sulle rovine del Syrian Museum, Azzam ha riprodotto in modo digitale l’urlo di Munch, il bacio di Klimt e – tra gli altri capolavori – le danzatrici di Matisse per denunciare “lo sconvolgimento politico e sociale in Siria e i cicli di violenza e distruzione che lacerano il Paese”.
Nato nel 1980 a Damasco, nella sua bio si legge che di recente si è trasferito a Dubai. Tra le mostre personali o collettive a cui ha partecipato c’è la Biennale di Arti Grafiche di Lubiana, in Slovenia (2013). Le sue opere sono state esposte a Beirut, Londra e Dubai. Nel 2014 ha partecipato al ‘Fotofest’, Biennale di fotografia contemporanea, e al ‘Video and Mixed Media Art’ a Houston, in Texas.