Dal Reddito di Cittadinanza al nuovo MIA (Misura di inclusione attiva), il passaggio non sarà indolore. Quanto meno per circa 260 mila nuclei familiari, pari al 25%, che verrà escluso dalla nuova forma di sussidio che cancella la misura ‘bandiera’ del M5S.
Indice
Mia, la nuova platea
Mia, i nuovi importi
Mia, stretta sui requisiti Isee
Chi perde il sussidio
Taglio dell’assegno
Quanto si perde: le simulazioni
Mia, la nuova platea
In linea con quanto deciso con la manovra, i potenziali beneficiari verranno divisi in due platee:
famiglie povere senza persone occupabili, in cui c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile;
famiglie con occupabili dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età. In sostanza, gli occupabili (stimati in 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri), che beneficiano dell’attuale Reddito al massimo per 7 mesi nel 2023 e comunque non oltre il 31 dicembre, scaduta la prestazione potranno presentare la domanda per la Mia: che però, per loro, sarà meno generosa e avrà una durata inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza e anche alla Mia di cui beneficeranno le famiglie senza persone occupabili.
Mia, i nuovi importi
I nuclei composti di poveri senza possibilità di inserimento nel mercato del lavoro continueranno a ricevere un sussidio il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito. C’è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto: il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare.
La stretta maggiore colpirà gli occupabili: l’assegno base verrà probabilmente ridotto a 375 euro.
Mia, stretta sui requisiti Isee
I requisiti Isee per ottenere il sussidio dovrebbero subire una forte stretta rispetto a quelli per il Reddito. Il tetto dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari.
In positivo, rispetto al Reddito, sarà invece corretta la cosiddetta scala di equivalenza, quella che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi.
Chi perde il sussidio
A questo punto, le simulazioni indicano come verrà ristretto il campo di aventi dritto al sussidio. Secondo alcune stime si arriverebbe a 25% del totale, oltre 260 mila nuclei rispetto a 1,035 milioni di famiglie italiane che a gennaio hanno ricevuto l’assegno.
Taglio dell’assegno
Obiettivo dichiarato del governo è risparmiare 3 miliardi sugli 8 previsti per il vecchio Rdc. In questo senso, oltre al taglio orizzontale dei beneficiari (“fa cassa e colpisce i poveri” denunciano M5S e Pd), nel mirino sono finiti i soggetti occupabili, il cui assegno base viene tagliato del 25%, scendendo da 500 a 375 euro, e le famiglie con minori. Che rischiano a loro volta un pesante taglio a causa della modifica della scala di equivalenza.
Quanto si perde: le simulazioni
Una madre con due figli minori, che con l’Rdc avrebbe ricevuto 700 euro (500 moltiplicato per 1,4, assegnando un coefficente pari a 1 al primo componente e 0,2 ai figli), con la Mia scenderà a 600 euro (500 euro per la madre e 50 per ogni figlio).
Madre, padre e due figli maggiorenni che con l’Rdc arrivano a 1.050 euro al mese (posto che la scala equivalente ha un tetto massimo di 2,1) calerebbero invece a quota 787,5 euro (375 euro x 2,1) per effetto del taglio del contributo destinato agli occupabili.
Per effetto di questi stessi meccanismi una famiglia di 5 persone composta da madre, padre, due figli maggiorenni e uno minorenne, da 1.050 salirebbe invece a 1.100, perché il minore è fuori dalla scala di equivalenza e riceve comunque 50 euro.
Se una coppia avesse invece solo due figli minorenni l’importo scenderebbe dai 900 attuali (500 euro per 1,8 ovvero 1 +0,4 +0,2 +0,2) agli 800 euro della Mia (ovvero 500 euro per 1,4 più 100 euro per i due figli).