Alla fine persino Mario Draghi che non aveva perso la calma olimpica nemmeno durante le fasi più critiche dell’emergenza sanitaria, ha, per qualche minuto, perso il suo proverbiale aplomb. La già traballante maggioranza sembra aver risentito non poco della partita Quirinale, ormai archiviata da tempo, ma che ha lasciato pesanti strascichi tra le forze politiche, specie in ottica prossime elezioni.
Catasto e PNRR
La prima “spina” nel fianco del Governo è senza dubbio la riforma del catasto che ha messo l’esecutivo in seria difficoltà, con la Lega che ha provato a fare lo sgambetto, allineata con Fratelli d’Italia. Tanto che nelle scorse è andato in scena nell’ Aula alla Camera un siparietto ad alta tensione tra i deputati di Fratelli d’Italia, Lollobrigida e Foti, e il Presidente del Consiglio.
Tutti in pressing su Draghi
“La sua domanda rivela un equivoco profondo” ha replicato Draghi a Lollobrigida, che aveva puntato il dito contro l’esecutivo con l’accusa di aumentare le tasse. “Siccome c’è l’emergenza bisogna fermarsi, non fare, stare fermi, niente riforme, cambiamenti, sempre fermi. Ecco, questo non è il motivo per cui è nato questo governo, non per stare fermo”. Poi, nel merito della questione ha risposto: “L’impianto del catasto è del 1939, tante cose ci sono state in mezzo, anche la seconda guerra mondiale”. Nessuno “pagherà più tasse” ha assicurato Draghi che ha aggiunto: “E devo dire che un po’ di credibilità sul fatto di non far pagare tasse questo governo se l’è guadagnata…”, Non solo: ai deputati meloniani, che sottolineavano le sue parole con un coretto polemico “eeehhhh”, il premier ha risposto: “Eh, eh, eccome”.
Un voto, quello sul catasto, politicamente grave perchè se anche la riforma – seppur a fatica è salva – una fetta di maggioranza ha votato un emendamento dell’opposizione pur di smontare un intervento fortemente voluto proprio dal Premier Draghi. Che – secondo i bene informati – sarebbe decisamente spazientito.
L’altra grana si chiama PNRR
Tra l’altro, proprio tra gli obiettivi del Pnrr spicca la riforma del Csm. E Draghi non vuole saperne di rallentare o cambiare i piani in corsa. Tradotto: il piano non sarà “smontato” dalla crisi in Ucraina. Ma cresce sempre di più il pressing dei partiti per una rimodulazione di progetti e obiettivi per adattarli alle nuove emergenze. E se, nelle scorse ore, il ministro Giorgetti ha chiesto all’Europa flessibilità, ancora più a gamba tesa l’intervento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi per il quale bisogna riscrivere” il Pnrr e allungare gli obiettivi della transizione ecologica”.
Per adesso però sembrerebbe fuori discussione. Prima di tutto perchè – fanno sapere da Palazzo Chigi – è ancora troppo presto per valutare l’evoluzione – in un senso o nell’altro – del conflitto. Nelle intenzioni dell’esecutivo, la prima opzione è, infatti, affrontare le nuove emergenze con strumenti ad hoc che non vadano ad impattare sulla struttura del PNRR.