Da Napoli a Roma ormai sta deflagrando l’allarme pedofilia. La cronaca di queste settimane sta riportando casi terribili di bambini e bambine in preda a uomini senza scrupoli. Dalla periferia di Caivano al mondo dello spettacolo e della movida romana, gli abusi sessuali nei confronti dei minori sembrano non conoscere confini.
La pedofilia di periferia
Qualche giorno fa i carabinieri della Compagnia di Casoria (Napoli) hanno arrestato Raimondo Caputo per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo (la figlia di una vicina di casa del presunto orco) avvenuto il 24 giugno 2014 nel Parco Verde di Caivano. Il corpo della bimba, che allora aveva sei anni, fu trovato davanti allo stabile dove abitava, molto probabilmente dopo essere precipitata. L’autopsia stabilì che aveva subito abusi sessuali. Caputo è accusato di aver abusato anche della figlioletta di tre anni e delle figlie della compagna Marianna Fabozzi, in carcere anch’essa per il reato di concorso in abusi sessuali. La 26enne compagna di Caputo è accusata di aver omesso di denunciare gli abusi sulle tre figlie da parte del convivente, pur essendone a conoscenza. Ma questi non sembrano essere gli unici casi di pedofilia nel rione Parco Verde. Nelle palazzine popolari alla periferia di Caivano c’è motivo di sospettare che esistano altri casi di abusi sessuali sui bambini. Nello stabile dove si è consumato il terribile omicidio della piccola Fortuna altri bambini potrebbero aver subito la stessa sorte. Si ipotizzano nuove indagini anche sulla morte del piccolo Antonio Giglio, precipitato dal medesimo palazzo un anno prima di Fortuna. In manette per abusi è finito anche Salvatore Mucci e Maria Dello Iacono, accusati di abusi sessuali sulla figlia allora 12enne. I sospetti della Procura di Napoli Nord, che indaga sul caso, sono suffragati da numerosi episodi di depistaggio e inquinamento delle indagini messi in atto dagli stessi inquilini dello stabile in questione. Lo stesso Caputo avrebbe distrutto personalmente le microspie piazzate dagli investigatori nel ‘palazzo degli orrori’. Questo fa sospettare agli inquirenti che ci fossero altri crimini da occultare.
La pedofilia patinata della Capitale
A fine marzo invece nella Capitale c’è stata una condanna che ha fatto tremare la Roma bene. Claudio Nucci, 56 anni, pr romano amico dei vip e finito in manette per induzione alla prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico è stato condannato a 15 anni di carcere e 30 mila euro di multa. Nucci era stato arrestato lo scorso febbraio con l’accusa di aver fatto sesso con tre ragazzi minorenni in cambio di soldi. La sentenza è stata emessa a conclusione del procedimento tenutosi con il rito abbreviato. L’uomo, frequentatore e animatore della movida romana aveva tra i suoi quattromila contatti Fb anche quello di Marco Prato, arrestato per l’omicidio di Luca Varani, nel quartiere Collarino. Ed è proprio dall’omicidio Varani che potrebbero aprirsi nuovi scenari inquietanti del mondo della movida romana, del cinema e non solo. Il primo a lanciare un sassolino nello stagno, come già raccontato da Progetto Italia News è stato Leo Zagami, teorico della cospirazione, esperto di massoneria e Gran Maestro della loggia massonica Ordo Illuminatorum Universalis. L’omicidio di Luca Varani sarebbe nato, secondo Zagami, in ambienti malsani. E per ambienti malsani Zagami lascia intendere, indirettamente, oltre ai festini a base di alcool e cocaina, come emerso dalle indagini, anche a “rituali satanici e festini gay” e altro. E lo stesso Foffo, l’altro assassino di Varani, sembra suggerire ai magistrati cosa sia questo ‘altro’. Il pubblico ministero Francesco Scavo ha chiesto ai suoi consulenti di analizzare tutto il materiale informatico e nel frattempo sta continuando a interrogare Foffo, perché è da lui che starebbero arrivando elementi importanti per le indagini. Il sospetto, come riporta Il Messaggero, che la vita di Prato potesse nascondere altri episodi inconfessabili era venuto agli inquirenti già durante l’interrogatorio del 10 marzo scorso, in cui Foffo incitava i carabinieri a controllare meglio nell’Iphone dell’amico. “Confermo – ha dichiarato al magistrato – che le finalità dell’incontro tra me e Prato erano solo per consumare sostanza stupefacente. Pensandoci, voglio precisare che io e Marco siamo due personalità diverse. Vorrei che i telefoni in sequestro a me e a Marco vengano controllati. Ho visto delle cose orribili sui suoi telefoni, nelle quali erano ritratti stupri di donne e atteggiamenti pedofili, erano ritratti anche bambini nel compimento di atti sessuali”. Ed ora gli investigatori sono alla ricerca di video e foto con droga e violenze che coinvolgerebbero personaggi dello spettacolo molto conosciuti, diversi politici e imprenditori. Insomma, agli aperitivi mondani di Prato avrebbero partecipato personalità di primo piano non solo del mondo dello spettacolo, considerati eventi “ad alto rischio”, forse anche con minorenni. E tra i protagonisti di queste vicende depravanti vi potrebbero essere pezzi da novanta visto che, per tutelare l’indagine, il gip ha deciso non soltanto di secretare ogni atto ma addirittura di criptarli, in modo da rendere possibile l’accesso solo a chi ne ha diritto, lasciando traccia di qualsiasi consultazione.
La denuncia del produttore cinematografico – televisivo Gennaro Ruggiero
Un sottobosco tremendo della movida e del cinema romano e non solo confermato anche dallo stesso produttore Gennaro Ruggiero intervistato una settimana fa da Progetto Italia News. “L’approfittare dei sogni e dei bisogni delle ragazze – sottolinea Ruggiero – è una forma di violenza inaccettabile. Nel nostro mondo esiste un sottobosco spaventoso, deprimente e offensivo dal punto di vista umano. Troppo spesso ragazze che sognano di diventare attrici, modelle o ballerine sono costrette ad accettare compromessi insopportabili come andare a letto con l’agente o con personaggi potenti, anche del mondo politico o imprenditoriale. Purtroppo questo avviene anche con ragazze minorenni che spesso vengono ingannate da pseudo agenti o simili con finte promesse. Questi loschi personaggi – prosegue – fanno credere alle malcapitate che, andando a letto con loro o con qualche loro amico potente, sfonderanno nel cinema o nella televisione ma ovviamente è tutto un bluff”. E Ruggiero non esclude che le illazioni di Foffo possano corrispondere a verità. “Questa ipotesi investigativa sull’omicidio Varani – conclude Ruggiero – non mi sorprende e può essere più che verosimile. Un terribile omicidio che forse però permetterà ai magistrati di scoperchiare questo orrendo vaso di Pandora e di fare un po’ di pulizia in questo sottobosco perverso del mondo cinematografico”. Se dal letame nascono i fior ce lo potrà confermare solo la magistratura che sta indagando.
Luca Teolato