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Lavoro. Dai contratti a progetto all’articolo 18: ecco le novità dell’ultima riforma

Via libera alla riforma del Lavoro. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato oggi il salvo intese, il ddl di riforma del mercato del lavoro. Un mercato del lavoro dinamico, che crei un tipo di occupazione di qualità: è questo l’auspicio della nuova legislazione. In materia di licenziamenti, tema che ha suscitato contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la i maggiori dissensi, è stato stabilito che “il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità. Particolare attenzione – precisa il comunicato di palazzo Chigi – è riservata all’intento di evitare abusi”.

Partite Iva. Taglio  sulle partite Iva e sulle associazioni in partecipazione. Queste avranno ragione di esistere solo nel caso di associazione tra familiari entro il primo grado (genitori o figli) e il coniuge.

Stretta sui contratti a progetto. Per quanto riguarda i contratti a progetto, questi verranno limitati esclusivamente a mansioni non meramente esecutive o ripetitive, cosicché  venga enfatizzata la componente professionale. Non è permesso inoltre recidere dal contratto prima della fine del progetto. In caso di mancanza di un progetto specifico il contratto a progetto si considera di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Si prevede per i collaboratori un aumento dell’aliquota contributiva di un punto l’anno fino a raggiungere nel 2018 il 33% prevista per il lavoro dipendente (fino al 24% per chi è iscritto a gestione separata e ad altre gestioni o pensionati).

Articolo 18. E’ questo il tema caldo della riforma, quello sin merito sul quale si sono registrati i maggiori dissensi. Si parte dal licenziamento: previsti  tre regimi sanzionatori per quello  individuale illegittimo.  La reintegrazione nel posto di lavoro verrà disposta infatti solo nel caso di licenziamento discriminatorio e in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. Nel caso in cui il  licenziamento per motivi economici è ritenuto illegittimo dal giudice,  il datore di lavoro potrà essere condannato solo al pagamento di un’indennità. L’indennizzo in caso si licenziamento illegittimo per motivi disciplinari o per motivi economici può tra le 15 e le 27 mensilità. Obbligatorio indicare il motivo del licenziamento. Se il licenziamento è economico e strumentale ed il lavoratore riesce a provare che è invece di natura disciplinare o discriminatoria il giudice applica le relative tutele. E’ prevista inoltre, l’introduzione di un rito procedurale veloce per le controversie in materia di licenziamento.

Aspi. Si tratta della  la nuova assicurazione sociale per l’impiego, che  è destinata a sostituire a regime, nel 2017, l’indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ad usufruirne, saranno i  lavoratori dipendenti, gli apprendisti ed anche gli  artisti, purché possano contare su 2 anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di lavoro nell’ultimo biennio. Sarà pari al 75% della retribuzione fino a 1.150 euro e al 25% oltre questa soglia per un tetto massimo di 1.119 euro lordi al mese. E’ prevista inoltre, una fase transitoria per il passaggio del periodo dagli 8 mesi attuali (12 per gli over 50) ai 12 dell’Aspi (18 per gli over 55). La contribuzione è estesa a tutti i lavoratori che rientrino nell’ambito di applicazione dell’indennità. L’aliquota è pari a quella attuale per i lavoratori a tempo indeterminato (1,31%) ma sarà gravata di un ulteriore 1,4% per i lavoratori a termine (da restituire in caso di stabilizzazione del contratto). Andrà a regime nel 2013.

Contributo Inps per licenziamento. Verrà versata all’Inps, dal I datore di lavoro all’atto del licenziamento,  mezza mensilità ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi tre anni (in vigore dal 2013). CIGS: La necessità di eliminare a decorrere dal 2014 i casi in cui la cassa integrazione straordinaria copre esigenze non connesse alla conservazione del posto di lavoro porta all’eliminazione della causale per cessazione di attività. La Cigs viene estesa a regime per le imprese del commercio tra i 50 e i 200 dipendenti, le agenzie di viaggio sopra i 50 e le imprese di vigilanza sopra i 15.

Cassa integrazione, previsto fondo solidarietà. Per le aziende non coperte dalla cig straordinaria arriva un fondo di solidarietà. La contribuzione dovrà essere a carico del datore di lavoro (2/3) e del lavoratore (1/3) e ci sarà l’obbligo di bilancio in pareggio.

Indennità per lavoratori anziani.  Gli esodi  di lavoratori anziani (che raggiungano la pensione nei quattro anni successivi al licenziamento) vengono tutelati con un indennità in attesa dell’accesso alla pensione “con costi a carico dei datori di lavoro”

Equità di genere.  Al fine di contrastare le dimissioni in bianco e il rafforzamento fino a tre anni di età del bambino del regime di convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri (al momento è un anno).

Paternità obbligatorie. Viene introdotto il congedo di paternità obbligatorio (tre giorni) e si approva il regolamente che disciplina le quote rosa nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.

Voucher baby sitter. In arrivo i voucher per le baby sitter Le neo mamme avranno diritto di chiedere la corresponsione di questi “buoni” dalla fine della maternità obbligatoria e per gli 11 mesi successivi. Li darà l’Inps.

 

 

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