Dai politici comici, ai comici in politica

La consultazione elettorale in Sicilia è stata come una cartina al tornasole, ha evidenziato un risultato più che scontato: l’alto consenso del Movimento 5 stelle capeggiata da Beppe Grillo. Un risultato evidentemente schiacciante e inoppugnabile che dimostra due aspetti della nostra politica: la contestazione, la rabbia, la nausea maturata nei votanti e la comicità che in politica si ribalta, passando dai comportamenti comici dei politici della Seconda Repubblica alla presenza di un comico, per ora, nella politica. Evidentemente non può essere tollerato né l’uno né l’altro comportamento perché, entrambi, hanno e continuano a ridicolizzare la politica che non è affatto comicità, vuoi sottoforma di barzellette o party, o sparando a zero su tutto e tutti con un linguaggio che non viene utilizzato neanche nella più spregiudicata satira, o denigrando il popolo con battute o comportamenti tipici di alcuni componenti dell’attuale Governo.

 La politica è un’arte molto complessa e seria perché rappresenta una collettività nazionale in un contesto europeo e mondiale; perché racchiude una immensa massa di ricchezze soprattutto, umane e professionali che hanno il compito di trasformare i beni materiali e tecnologici in servizi necessari per il benessere dell’intera collettività. Con le battute possiamo sorridere, trovare un momento di gioia che, ovviamente, non fa male anzi, ci rende più ottimisti. Ma con le battute comiche non si può Governare né la Sicilia né l’Italia, non si governa neanche una famiglia.

La saggia casalinga, infatti, per far quadrare i conti di casa deve trovare con sacrifici e lavoro,  le risorse per mandare avanti la famiglia, altro che battute. Ben altra cosa è l’ironia che con autentico valore artistico sprigiona il comico Benigni nel suo strepitoso film “La vita è bella”, trasformando un dramma di vita in un ottimismo teso a superarle immense difficoltà di una vita segnata da una guerra.

 

Noi non siamo in guerra, noi stiamo subendo un momento più squallido della politica Italiana, segnata da un fallimento Comunista (1989) e dal fallimento liberista/ mega capitalistico (2008), quest’ultimo anziché creare una ripartizione della ricchezza prodotta da un Paese ha prodotto mercenari in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo pur di fare soldi a palate in barba di fantomatiche privatizzazioni e concorrenze.

 Ecco perché la nostra politica Italiana e i politici tutti, dalla Camera al Senato, dalla Regione alla Provincia, dal Comune all’Europa è diventata una ambita professione per fare soltanto ed esclusivamente attività mercenaria, per fare soldi a sbafo a danno della inerme collettività. Il comico Grillo sarà ben presto inghiottito dal sistema degradato della nostra politica, così come è già accaduto al neo Sindaco di Parma che non è in grado più di esternare battute perché sopraffatto da una miriadi di problemi per governare la sua città.

La politica non si può improvvisare ma si impara con anni di militanza nei partiti, assumendo incarichi di responsabilità collettiva e soltanto dopo avere dato ampie garanzie di correttezza e serietà sul piano etico/morale.

La politica non può essere, infatti, improvvisata da candidati che utilizzano la loro notorietà, come attori, conduttori televisivi, avvocati, ma deve essere comprovata da esperienze politiche e suffragata da programmi non solo di buoni proponimenti ma anche da programmi finanziari specifici da dove, eventualmente, si possono prelevare i soldi per realizzare il predetto programma politico. Altrimenti è solo aria fritta. Altrimenti è facile per chicchessia addossare le colpe alle gestioni precedenti.

Quindi fuori tutti gli attuali politici e largo ai nuovi candidati con le caratteristiche sopra accennate.

Giuseppe Cipollitti

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