Cosa sia il WAO Festival è stato già descritto da noi in questo precedente articolo
https://www.progettoitalianews.net/news/?p=405157 ma cosa sia vivere il WAO Festival 2023 sono qui a
raccontarlo.
Il Parco dei Sette Frati è la location scelta da sempre, luogo che rispecchia totalmente lo spirito del festival:
uno bosco in prossimità della cima del monte Peglia, con aree pic-nic con focolari e legna, un anfiteatro luogo di ritrovo e scambio e una rete di sentieri percorribili a piedi, a cavallo e in mountain bike. Querce ad alto fusto e pinete alternate a prati rendono facile l’immersione e la permanenza in questo micro-mondo che si viene a creare. Un micro-mondo bello e possibile, nel quale persone completamente diverse per cultura, estrazione, età, nazionalità, interessi e stile di vita coesistono nel medesimo luogo e tempo, senza mai accenno a differenze, astii, soprusi ed arroganze.
Due palchi a fare da accompagnamento per tutti i cinque giorni: in primis vi è il Main Stage, il palco principale, ampliato rispetto agli scorsi anni, una cattedrale fatta di teli colorati e luci fluo che da cuore pulsante del festival suona musica per tutti i giorni, eccetto per qualche ora di pausa giornaliera favorente il riposo mentale e fisico. La musica di questo stage è di tipo elettronica e psytrance, che nelle sue declinazioni, da quelle più colorate del giorno come la full-on e la progressive, a quelle più notturne, come la foresta e la hi-tech, entra spontaneamente in risonanza col ritmo energetico di ognuno. Il secondo palco, l’Alternative, è lo stage dedicato durante il giorno ad attività comunitarie come lo Yoga e l’Ecstatic Dance (una forma di danza in cui i partecipanti, senza la necessità di seguire passi specifici, si abbandonano al ritmo e si muovono liberamente) condotta meravigliosamente dal Dj Felipe Carrera.
Di notte invece questo stage è dedicato a generi musicali “alternativi” che vanno dal World al Tribal, passando per Tropical, Cumbia, Balcan, AfroLatin, Nu Folk, Jazz, Fusion, Bass, Dub, Raggae, Chill, Techno.
La Line-up del festival mi ha permesso non solo di arricchire il mio bagaglio musicale, ma anche e soprattutto di ascoltare artisti di fama internazionale come Ace Ventura e Avalon che hanno accompagnato le cerimonie di apertura e chiusura.
A riposo dai beat e dal calore umano (ed estivo!) che giunge dal dancefloor, come un perfetto Ying e Yang, vi è l’altra metà del festival, che nelle Healing, Sacred e Cultural areas organizza seminari e workshop su natura, arte, pratiche olistiche, performances e yoga. Sono questi i momenti in cui ci si ritrova se si è alla ricerca di relax e benessere.
Il sostegno del territorio e l’impatto zero rappresentano una vera missione per gli organizzatori del festival:
tutti i punti ristoro utilizzano materie a KM 0 dando sostengo anche ai produttori locali e riuscendo a soddisfare tutti i gusti e le esigenze alimentari.“NO WASTE”, questa è un’altra regola da rispettare se si è WAO. Infatti, esortazioni al rispetto del luogo vengono date sin dal primo momento in cui si arriva al festival:
all’ingresso vengono regalati a tutti posacenere tascabili riciclati da bottiglie di plastica. Per l’utilizzo delle docce, si raccomanda l’uso di sapone biologico e bagni veloci, per evitare lo spreco di acqua.
Perfettamente in linea con il sentimento internazionale, il consumo di plastica viene ridotto al minimo attraverso il riutilizzo dei materiali o l’utilizzo di materiali biodegradabili: ho mangiato con forchette di legno in piatti compostabili e bevuto in bicchieri vuoto-a-rendere.
Nulla è stato lasciato al caso e l’organizzazione è stata impeccabile per quanto riguarda i servizi, grazie all’operativitá sul luogo dei sempre presenti volontari che hanno fatto sí che tutto si svolgesse senza disagio alcuno.
I cinque giorni sono volati e il pensiero va subito alla prossima edizione, impazienti di ritrovare una famiglia fatta di pace, amore, gioia, musica e senso di unità (non a caso WAO è l’acronimo di We Are One).
Foto di Domenico Iannotti
Maria Teresa Filetici