Dal 2 al 7 novembre, al Piccolo Bellini, ‘La tragedia è finita’, di Liv Ferracchiati

Dal 2 al 7 novembre

Piccolo Bellini

La tragedia è finita, Platonov

di Liv Ferracchiati

con scene dal Platonov di Anton Čechov

con (in o.a.) Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti, Alice Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna

aiuto regia Anna Zanetti

dramaturgia di scena Greta Cappelletti

costumi Francesca Pieroni

ideazione e realizzazione costumi in carta e costumista assistente Lucia Menegazzo

luci Emiliano Austeri

suono Giacomo Agnifili

lettore collaboratore Emilia Soldati

consulenza linguistica Tatiana Olear

foto di scena Luca Del Pia

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

Dopo il debutto alla Biennale Teatro 2020, dove ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria Internazionale, Liv Ferracchiati presenta al Piccolo Bellini la sua originale riscrittura di Platonov, il testo giovanile di Čechov che racconta la storia del giovane maestro di provincia in cui convivono i tormenti esistenziali di Amleto e l’impunità sentimentale di Don Giovanni. Ferracchiati, che dichiara sin dal titolo le sue intenzioni di stravolgimento del punto di vista, destruttura il testo Čechoviano ricollocandolo in un’architettura narrativa contemporanea in cui si muovono solo il protagonista e le quattro donne innamorate di lui (gli straordinari Riccardo Goretti, Francesca Fatichenti, Alice Spisa, Petra Valentini e Matilde Vigna) affiancati dall’inedito personaggio del “lettore” – interpretato da lui stesso – che fa da contrappunto al personaggio di Platonov, creando un dualismo ironico che sottolinea il carattere caotico e umanissimo dell’infelicità del giovane. «Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato un incontro. — racconta Ferracchiati — Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità?[…] Tutto è confuso, imbrogliato, forse conviene osservare con indulgenza Platonov, perché nei suoi slanci, nelle sue miserie, nelle sue paure e nei suoi inconsolabili dolori, ritroviamo i nostri».

Durata 90 minuti

Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì h. 18:00, domenica h. 18:30

Prezzi: intero € 20 – ridotto € 18 – Under29 € 15

Prima – Biennale Venezia Teatro

Teatro delle Tese – 20 settembre 2020

LA TRAGEDIA È FINITA, PLATONOV

di Liv Ferracchiati

con scene dal Platonov di Anton Čechov

con (in ordine alfabetico) Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti, Alice Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna

aiuto regia Anna Zanetti

drammaturgia di scena Greta Cappelletti

costumi Francesca Pieroni

ideazione e realizzazione costumi in carta e costumista assistente Lucia Menegazzo

luci Emiliano Austeri

suono Giacomo Agnifili

lettore collaboratore Emilia Soldati

consulenza linguistica Tatiana Olear

foto di scena Luca Del Pia

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

Come può un’opera d’arte influenzare una vita?

Platonov, inteso come testo drammaturgico, sempre e solo letto, mai pensato da rappresentarsi, per me è stato un incontro.

Negli anni ho continuato a pensare al suo personaggio principale, alle sue fragilità, al suo fascino che è una voragine e alle altre figure che ruotano intorno a lui. Figure che, in qualche modo, sono entrate a far parte del mio immaginario. Il confronto con la tipologia umana di Platonov è stato un dialogo con una vera e propria materia organica.

Insomma, una lettura che ha influenzato una vita, la mia.

Trovavo rifugio nell’inazione di Platonov, nella sua paralisi tra attrazione e repulsione, tra paura e eccitazione, nel suo non agire e nel suo sottrarsi. Nel non scegliere tra le quattro donne che gli si offrono, come se ognuna potesse dare una soluzione alla sua esistenza. Non sceglie perché, alla fine, non si può. Come si può scegliere solo una possibilità?

Una definizione identitaria non fluida?

E come si argina, allora, il Caos liberato se questo può portare, come accade a Platonov, all’autodistruzione?

Tutto è confuso, imbrogliato, forse conviene osservare con indulgenza Platonov, perché nei suoi slanci, nelle sue miserie, nelle sue paure e nei suoi inconsolabili dolori, ritroviamo i nostri.

Liv Ferracchiati

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