Tempi duri anche per gli immigrati. E’ in arrivo infatti una maxistangata sui costi della tassa per i permessi di soggiorno. Per regolarizzare la propria presenza in Italia, gli stranieri dovranno pagare da un minimo di 80, ad un massimo di 200 euro. La nuova tassa è stata prevista dal decreto del ministero dell’Economia pubblicato sull’ultima Gazzetta ufficiale del 2011. Tuttavia tale provvedimento, non ha nulla a che vedere con la crisi e con le, e le contromisure varate dal governo: il balzello, previsto in uno dei tanti ‘pacchetti sicurezza’ del governo Berlusconi, non era ancora entrato in vigore. A sbloccarlo ha pensato il decreto firmato lo scorso 6 ottobre dagli allora ministri Tremonti e Maroni. Nel dettaglio, bisognerà sborsare 80 euro per i permessi di soggiorno “di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno”, 100 euro per i permessi di soggiorno “di durata superiore a un anno e inferiore o pari a due anni” e 200 euro per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo (la cosiddetta ‘carta di soggiorno’). La somma, naturalmente, si aggiunge ai 27,50 euro del permesso di soggiorno in formato elettronico e ai 30 del “servizio di accettazione delle istanze sottoposte a bollo”. Non sono tenuti a versare la nuova tassa gli stranieri under 18, quelli che entrano nel territorio nazionale per ricevere cure mediche (e i loro accompagnatori), quelli che richiedono il rilascio e il rinnovo del permesso per asilo, richiesta di asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari e quelli che richiedono l’aggiornamento o la conversione del permesso di soggiorno in corso di validita’. Dove finiscono i soldi così incassati? Una metà andrà a finanziare lo speciale ‘Fondo rimpatri’ finalizzato a coprire le spese connesse al “rimpatrio dei cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale verso il paese di origine, ovvero di provenienza”, l’altra metà finirà al ministero dell’Interno per le spese di “ordine pubblico e sicurezza” (40%), per gli ‘Sportelli unici’ (30%) e per l’attuazione dell’Accordo di integrazione previsto dal testo unico sull’immigrazione del ’98.
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