Teatro Bellini
Dr. Nest
un’opera di Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Mats Suethoff, Michael Vogel
con Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Benjamin Reber, Mats Süthoff
maschere Hajo Schüler
musiche Fabian Kalbitzer
scene Felix Nolze, Rotes Pferd
costumi Masha Schubert
sound design Dirk Schröder
disegno luci Reinhard Hubert
regia Hajo Schüler
co-regia Michael Vogel
produzione Familie Flöz
in coproduzione con Theaterhaus Stuttgart, Stadttheater Wolfsburg e L’Odyssée Périgueux con il supporto del Schleswig-Holstein Music Festival e Theater Duisburg. Finanziata da Hauptstadt Kulturfond e da Fonds Transfabrik
Due anni fa, con Teatro Delusio ci hanno raccontato il magico mondo del palcoscenico oggi i Familie Flöz, lo strabiliante gruppo berlinese che ci fa sognare con le sue maschere umanissime, torna al Teatro Bellini per addentrarsi nell’enigmatica cartografia del cervello e raccontare le torbide profondità dell’animo umano attraverso la storia del Dottor Nest. Ispirata da paradossali descrizioni di casi provenienti dalla neurologia, attraverso la storia del Dr Nest la compagnia ci spalanca le porte della sperduta casa di cura «Villa Blanca» per rivelare al pubblico i mondi bizzarri degli inquilini e del personale. Un giorno, il dottore viene svegliato di buon mattino da alcune voci e quando torna lentamente in sé nel reparto del remoto sanatorio «Villa Blanca», si ritrova solo. È preso dall’inquietudine. Per quanto l’ambiente circostante, i pazienti in arrivo e le infermiere in servizio gli siano familiari, egli si sente estraneo a sé stesso. Che cosa ci fa qui? Alla ricerca di certezze si aggrappa ai frammenti della sua memoria – la vita che si è lasciato alle spalle, i numerosi riconoscimenti ricevuti e ciò che egli ritiene essere la sua vocazione. Spinto dalla curiosità, dalla sete di conoscenza e dall’empatia incontra i suoi pazienti, tanto insoliti quanto misteriosi: corpi con vita propria, personalità dissociate, stati confusionali, demoni e allucinazioni. Movimento, spazio, parola, luce e suono danno vita ad un racconto, tragico e comico, incentrato sulle fragilità del destino umano.