Dal 6 all’11 al Teatro India in scena ‘Boston Marriage’

Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione “Boston Marriage” era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Il testo di Mamet richiama alla mente il romanzo The Bostonians di Henry James, nel quale l’autore affronta in maniera aperta specie se pensiamo che il libro è datato 1886, il tema dell’omosessualità e dipinge l’affresco di una società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste, con particolare attenzione alla condizione femminile e alle spinte del proto-femminismo delle “suffragette”.

Dopo la separazione, Anna, la protagonista e padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, ritmando l’opera e donandole una facciata esilarante, quasi di farsa.

Voce tra le più rappresentative della scena americana – già premio Pulitzer del 1984 e più volte nominato agli Oscar per le sceneggiature cinematografiche di alcuni indimenticabili film – David Mamet ci consegna un piccolo capolavoro teatrale che strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Prendendosi una vacanza dalla gravità e concedendosi il lusso del gioco, Mamet eleva a protagonista assoluto, insieme alle interpreti, il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso. Mamet si diverte a parodiare la prosa ampollosa dell’epoca, ma dietro l’apparente assurdità si nasconde l’intento ambizioso di rovesciare la realtà attraverso uno scherzo, che mira a creare anche un po’ di raffinatissimo scandalo. Qui sta il senso anche “politico” di un testo che divertiva e stupiva insieme il pubblico americano del 1999.

Teatro India 6-11 febbraio 2024

Boston Marriage

di David Mamet

traduzione Masolino D’Amico

regia Giorgio Sangati

con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria

scene Alberto Nonnato

luci Cesare Agoni

costumi Gianluca Sbicca

musiche Giovanni Frison

assistente alla regia Michele Tonicello

info e orari

ore 20.00

domenica ore 17.00

foto di Laila Pozzo

foto di scena Serena Pea

produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo

in accordo con Arcadia & Ricono Ltd

Per gentile concessione di A3 Artists Agency

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