“Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi e Francesco Russo, nel corso di una missione interplanetaria su Marte, sono morti. Non se ne ha la conferma definitiva, ma allo stato attuale dei fatti le probabilità che ci siano sopravvissuti possono essere dichiarate nulle. Una conferenza stampa avrà luogo per fornire i dettagli della tragedia, che nulla toglie alla straordinaria impresa dei tre giovani astronauti…”
Così inizia il racconto di Giunsero i terrestri su Marte: con la misteriosa scomparsa dell’equipaggio di una spedizione privata italo-cinese sulla superficie marziana. Che cos’è accaduto sul pianeta rosso? Chi sono i marziani che i terrestri potrebbero aver incontrato? Qual è la ragione di questa iniziativa spaziale?
Da queste prime domande prende vita un nuovo frammento di quella mitologia che racconta Marte come potentissimo magnete per il desiderio umano di conoscenza: un mondo di cui finora nessun umano ha fatto esperienza diretta e che perciò esiste per noi soltanto come gomitolo di desideri, di sogni, paure e illusioni (personali e collettive). Marte è al tempo stesso il luogo della perdita – di affetti, d’identità, di senso – e una potente promessa di futuro.
Note di Regia
Per certi aspetti è una storia antica, su un terreno completamente nuovo: il desiderio umanissimo di esplorazione e conoscenza, e allo stesso tempo la sua piega non troppo
velatamente predatoria. Oggi, per alcuni pochi, andare su Marte rappresenta l’opportunità di garantirsi un’alternativa privilegiata in un momento in cui il nostro pianeta si dirige verso il collasso.
Così, Marte e la corsa allo spazio mi sembrano un bel territorio metaforico per immaginare una drammaturgia inedita, a metà strada tra un’operetta morale di Leopardi e un’odissea malinconicissima sulla perdita. O, con le parole di Tristan Garcia: un dramma d’amore su scala interplanetaria.
Pensato per un cast di tre attori e attrici chiamati e chiamate a disegnare un volto umano in questo vortice di contraddizioni, Giunsero i terrestri su Marte pesca alcune immagini – la violenza delle spedizioni, la solitudine del viaggio, il collasso contemporaneo della Terra – dalle pagine più potenti della fantascienza classica (da Ray Bradbury e Philip K. Dick a Ursula K. Le Guin), per una performance originale sulla ricerca del senso di essere Terrestri – o Marziani.
Teatro India, 9 – 21 aprile 2024
Giunsero i terrestri su Marte
Regia e ideazione Giacomo Bisordi
Drammaturgia Pierfrancesco Franzoni e Giacomo Bisordi
Testo a cura della Compagnia
Con (in o.a.) Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi, Francesco Russo
info e orari
ore 20.00
18 e 19 aprile ore 21.30
Scene e Costumi Marco Giusti e Alessandra Solimene
Suono Dario Felli
Video Igor Renzetti
Assistente alla Regia Paolo Costantini
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale