Il nuovo ministro del Lavoro Andrea Orlando ha aperto il confronto con i sindacati per trovare l’accordo su una nuova riforma degli ammortizzatori sociali: dal blocco licenziamenti (che scade a marzo) ai trattamenti di integrazione salariare (in primis la cig Covid), i temi su cui intervenire sono tanti, anche in vista della proroga dello stato di emergenza.
I punti cardine della riforma Orlando sono essenzialmente due: intervenire nuovamente sui termini del blocco licenziamenti (che scadranno a breve) e rivedere le modalità di riconoscimento della cassa integrazione. Nello specifico, il piano del ministro Orlando prevede:
- l’approvazione di una cassa integrazione universale, estesa quindi a tutti i lavoratori;
- l’istituzione di una nuova indennità di disoccupazione, ribattezzata indennità di “protezione universale”, riconosciuta non solo ai lavoratori dipendenti ma anche ai liberi professionisti e possessori di P. IVA.
La nuova cassa integrazione universale, inoltre, verrebbe strutturata con base assicurativa, il che vuol dire che i trattamenti verrebbero riconosciuti tenendo conto dei contributi versati. Tale sistema, che mira a riconoscere le giuste garanzie a tutti i professionisti, verrebbe poi integrato da sussidi ad hoc per i lavoratori a tempo pieno cui ore sono state ridotte a seguito di riduzione dell’attività.
Il tema più caldo che Orlando sarà tenuto ad affrontare con la nuova riforma degli ammortizzatori sociali riguarda, senza dubbio, il blocco dei licenziamenti, in scadenza a marzo. I sindacati rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto al ministro di prorogare il blocco fino a che l’emergenza sanitaria non sarà del tutto rientrata. Confindustria, invece, ha chiesto al ministero del Lavoro una norma transitoria, di minore durata e più selettiva (non estesa quindi indistintamente a tutti e più selettiva).
Per andare incontro alle parti sociali, la decisione finale del Governo potrebbe essere il risultato delle due richieste avanzate. L’Esecutivo infatti parrebbe intenzionato a confermare il blocco dei licenziamenti per altri 60/90 giorni per tutte le imprese, di ogni settore, per poi muoversi verso una successiva limitazione del vincolo di non recedere dai contratti valida solo per determinate imprese, ovvero quelle maggiormente colpite dall’emergenza Covid in Italia.
Cassa integrazione: come cambia con la riforma Orlando
Interventi ad hoc sulla cassa integrazione sono al momento al vaglio del ministero del Lavoro, che – come anticipato – rappresentano uno dei punti cardine della nuova riforma. In particolare, Orlando parrebbe deciso a lasciare la cassa ordinaria e quella straordinaria, estese anche alle imprese con meno di 5 dipendenti di tutti i settori, ma potrebbe eliminare la cig in deroga.
Il nuovo sistema sarebbe finanziato in parte dallo stato e in parte dalle imprese su base assicurativa, con forme di contribuzione differenziate, anche in relazione alla differente prestazione garantita categoria per categoria.