la fila dei visitatori alla Reggia Caserta: per visitare gli appartamenti reali, 6 marzo 2016. ANSA

Dal Cipe ossigeno per cultura e ricerca con fondi per 3,5 miliardi

 Il Cipe, riunitosi a Palazzo Chigi stamane ha approvato lo stanziamento di 2,5 miliardi per la ricerca e di un miliardo per i beni culturali italiani. ‘Risorse mai viste’ dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per il ‘petrolio’ dell’Italia, ovvero cultura e ricerca. Come si legge nella nota della Presidenza del Consiglio, i 2,5 miliardi stanziati per il Programma Nazionale per la Ricerca si compongono di 1,9 miliardi a carico del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Pon (Programma Operativo Nazionale) Ricerca e di 500 milioni a carico del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Il Pnr, si sottolinea nella nota, si basa su sette grandi pilastri: internazionalizzazione; Capitale umano; Programma nazionale infrastrutture; Cooperazione pubblico privato e ricerca industriale; Efficacia e qualità della spesa; Programma per il Mezzogiorno. Tra le infrastrutture coinvolte nella delibera del Cipe la metropolitana leggera di Brescia, il 4 lotto costruttivo della Galleria di base del Brennero, l’A35 Brescia-Milano, il servizio ferroviario metropolitano e filoviarizzazione del trasporto pubblico locale di Bologna, l’Acquedotto Molisano Centrale ed interconnessione con lo schema Basso Molise. Approvata anche una variante al progetto definitivo del Traforo autostradale del Frejus per permettere l’apertura al traffico della galleria di sicurezza e migliorare la prevenzione dei rischi. Il Cipe ha assegnato poi un miliardo, a carico Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, per il finanziamento del Piano ‘Turismo e cultura’ finalizzato ad un’azione di rafforzamento dell’offerta culturale del nostro Paese e di potenziamento della fruizione turistica, con interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per la messa in rete delle risorse culturali materiali e immateriali, con particolare riguardo al Sistema museale italiano. In particolare, a beneficiare del piano saranno grandi completamenti di interventi già in corso, quali Pompei, Ercolano, la Cittadella di Alessandria, la Reggia di Caserta e gli Uffizi di Firenze, oltre a nuovi interventi di importo complessivo di 170 milioni da ripartire fra interventi di valore non inferiore a 10 milioni di euro con successivo provvedimento. La misura era stata annunciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri a Catania dove ha firmato il ‘Patto per il Sud’ con il sindaco della città siciliana, Enzo Bianco. E poi il Cdm ha dato il via ai primi bandi della banda ultralarga. Da un’altra città del Meridione, a Reggio Calabria dove ha inaugurato il Museo Archeologico nazionale, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha ringraziato il premier Renzi, perché siamo alla vigilia di un Cipe che stanzierà risorse mai viste per il patrimonio culturale del Paese per completare tutti i grandi progetti. Un miliardo di euro che si aggiunge al 27% di risorse in più assegnate quest’anno al Ministero. A questa forte azione di stimolo per due ambiti strategici nazionali eppure straordinariamente ‘dimenticati’ fino al recente passato dalla politica, il governo spinge l’acceleratore sull’innovazione e sulla banda ultralarga per far recuperare all’Italia il gap accumulato nei confronti dell’Europa. Partono i primi bandi per la posa della banda ultralarga nelle zone C e D, le cosiddette aree ‘a fallimento di mercato’. Il via è stato dato nel corso del Consiglio dei ministri. A confermarlo lo stesso premier Renzi, al termine del Cdm, precisando che l’avvio non richiedeva un passaggio al Consiglio, ma in qualità di premier ha comunque voluto portare un’informativa al governo. ‘La scommessa non è quando partono, ma quando finiscono’, ha sottolineato il premier.    Ci sono le zone A, B, C e D. Nelle zone A e B non c’è bisogno dei soldi pubblici e gli operatori privati possono portare la banda larga in competizione tra di loro. Le zone C e D sono quelle, utilizzo un gergo giuridico, un pochino più sfigate, aveva spiegato Renzi in collegamento video con l’Internet Day di Pisa. L’obiettivo, ha ricordato il capo del governo, è arrivare a 30 megabyte di banda larga per dare a tutti i Comuni un livello minimo di banda larga ma portare molte realtà a banda ultra larga con 100 mega byte per andare a cento all’ora. Il fatto che il Cipe si sia svolto oggi è un segnale di grande importanza simbolica e continuiamo a lavorare perché l’Italia sia finalmente sbloccata. Del resto un anno fa il 1 maggio era la data di partenza dell’Expo, che doveva essere un disastro, è stato un successo. L’Italia è più forte di chi dice solo no.

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