In italia serpeggia sempre di più un sentimento anti moderno ed anti industriale.
Un nuovo bersaglio da colpire per il M5s è l’Expo 2015 di Milano che è stato definito.”Una speculazione insensata ai danni di un intero territorio asservita all’unico obiettivo di nutrire la casta”. E’ per questo che 80 esponenti del M5s si sono dati appuntamento per andare ad ispezionare i cantieri dove si terrà la manifestazione. E’ fuor di dubbio che in Italia si cerca di alimentare sempre di più, in modo strisciante,un sentimento anti moderno ed anti industriale secondo il quale qualsiasi intervento sul territorio,sia che si tratti della costruzione di un’autostrada, di palazzi,di infrastrutture digitali o di linee ferroviarie nuove, non è altro che il frutto di dissennate speculazioni che non rispondono all’interesse dei cittadini, bensì di pochi che tendono ad arricchirsi ai danni di tutti.E’ vero anche che il nostro Paese,in passato, non ha brillato in termini di morale,ma che sono emersi casi eclatanti di corruzione e di sperperi,ma il passato non deve costituire il pretesto per le caste burocratiche per opporre in modo palese ed interessato il veto a qualsiasi scelta ,perché ciò non fa altro che accrescere il loro enorme potere a scapito della cittadinanza che dalle attività economiche trae beneficio. E’ del tutto evidente che quando un movimento come quello di Grillo e Casaleggio, che ha preso il 25% in termini di consenso elettorale,cerca di creare con l’Expo 2015 un altro caso ‘NO TAV’ , siamo in presenza solo di pretesti che hanno il sapore di una continua ed estenuante ricerca di consenso elettorale, che non hanno nulla a che fare con le opere. Anzi da parte loro,in modo ipocrita , viene tutto letto attraverso la lente del sospetto e della diffidenza. L’atteggiamento del continuo rifiuto e del no a tutto, non costituisce il migliore strumento per controllare la regolarità degli appalti o di come vengono spesi i soldi pubblici per il bene del Paese. Quest’atteggiamento del continuo no a tutto ciò che può ammodernare il Paese,ci è costato in termini di mancati ‘investimenti sul nostro territorio, da parte degli stranieri,perdite per decine di miliardi di euro,che avrebbero potuto creare migliaia di posti di lavoro.Del resto la decisione di candidare l’Italia ed in particolare la città meneghina per l’Expo 2015, nacque da un accordo bipartisan tra tutte le forze politiche, che sicuramente misero in conto ritardi ed errori,ma questo deve servire a rendere più severi i controlli e non a demonizzare l’impresa che tra un anno ,si stima, porterà a Milano e quindi in Italia 20 milioni di visitatori.E’ tempo di mettere a tacere, almeno per una volta,gli sfascisti di professione che non perdono mai tempo di indossare l’abito di controllori degli interessi dei cittadini.Questa è l’occasione per l’Italia di dimostrare che il posto che occupa tra i grandi del mondo non è un caso.