Con il Simon Boccanegra di Verdi che il 27 novembre inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma, torna in libreria la rivista di attualità culturale “Calibano”
Il quinto numero è dedicato alle forme del Potere nella società contemporanea
Presentazione in anteprima venerdì 22 novembre ore 17.30 al Costanzi
Sfuggente e multiforme, il Potere oggi non ha più il volto di tiranno, ma le forme immateriali e nascoste di un codice algoritmico, di una manipolazione linguistica o di una iperproduttività a cui l’uomo viene spinto in nome del progresso. Proprio all’aspetto che il Potere assume nella società contemporanea è dedicato il quinto numero di “Calibano”, la rivista di attualità culturale dell’Opera di Roma realizzata in collaborazione con effequ che, ogni quattro mesi, trae ispirazione dalle opere in cartellone per riflettere sul mondo di oggi. Il nuovo volume – che tra le sue firme ospita Andrea Tarabbia (Premio Campiello 2019) e Giancarlo De Cataldo – esce in occasione del Simon Boccanegra di Verdi che inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma. “Calibano. Simon Boccanegra/Il potere” sarà in vendita allo shop del Teatro e nelle librerie proprio dal 27 novembre, giorno della prima rappresentazione dello spettacolo al Costanzi. Come per ogni numero, sarà possibile leggere gratuitamente una selezione di saggi di “Simon Boccanegra/Il potere” nella sezione “Calibano” del sito dell’Opera di Roma. È inoltre in programma una presentazione in anteprima dello spettacolo e del nuovo numero della rivista venerdì 22 novembre, alle ore 17.30, in Sala Grigia al Costanzi ad ingresso libero. Intervengono il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti, la giornalista Donata Columbro, il musicologo Giuliano Danieli e il direttore di “Calibano” Paolo Cairoli.
Apre il volume un saggio di Roberta Covelli, alla quale la figura di Simon Boccanegra fornisce lo spunto per riflettere sulla decostruzione del potere inteso come ‘dominio’ a cui contrapporre la forza della non-violenza. Segue un testo del sociolinguista Federico Faloppa sul lessico del conflitto da Verdi ad oggi a partire dalla grande scena di Simon Boccanegra Plebe! Patrizi! Popolo!. Lo storico Gianni Oliva è invece autore di un contributo sulle declinazioni assunte dal Potere nel corso dei secoli, mentre Sergio Pace, docente di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Torino, riflette sulle forme con cui questo si manifesta nello spazio abitato. Dell’affascinante storia del banchetto come simbolo di ricchezza racconta poi Francesco Antinucci, mentre sul dominio oppressivo dell’umano sull’animale scrive, da una prospettiva antispecista, Francesca Matteoni. Virginia Gg Niri indaga invece l’erotizzazione delle dinamiche di potere nel BDSM e la giornalista Donata Columbro scrive sui pericoli della tirannia algoritmica nel mondo digitale. La sociologa Francesca Coin analizza infine gli effetti del gaslighting sulla società democratica odierna.
Per quanto riguarda le rubriche, l’esperta di serialità televisiva Marina Pierri ci racconta delle ragazze dai poteri elettrici create dalla penna di Naomi Alderman nel suo romanzo The Power, mentre Marco Montanaro parla di miti, supereroi e superproblemi in un testo dedicato al fumetto. E se sul potere persuasivo del mezzo televisivo riflette il giornalista Alberto Piccinini, di cinema scrive invece la firma internazionale di questo numero, Shelleen Greene. Docente presso la University of California Los Angeles, Greene ripercorre trent’anni di cinema italiano sulle migrazioni fino ad arrivare al film Io Capitano di Matteo Garrone. Torna infine la consueta rubrica Se non ti basta del musicologo Giuliano Danieli, il quale ci illustra come lo spettacolo operistico e i suoi spazi (dal Costanzi di Roma al San Carlo di Napoli, passando per il Festspielhaus di Bayreuth) siano sempre stati legati a una precisa rappresentazione del potere.
Come sempre, in “Calibano” trovano spazio anche un racconto inedito, questa volta a firma di Andrea Tarabbia (Premio Campiello 2019) dal titolo Coco, e una testimonianza, affidata per l’occasione a Giancarlo De Cataldo, che offre uno sguardo sul potere dal punto di vista della sua esperienza di magistrato.
«Il Potere, nel nostro tempo, assume forme sempre più subdole. Già Michel Foucault aveva rilevato il passaggio dal ‘potere sovrano’ al ‘potere disciplinare’ – dice il direttore di “Calibano” Paolo Cairoli – che assoggetta l’essere umano docilmente, producendo un’obbedienza del tutto inconsapevole, ma assoluta. L’essere umano oggi si autodetermina allo sfruttamento. L’imperativo è la produzione, l’efficienza assoluta. Chi si oppone davvero a questa forma di potere? I precedenti numeri di “Calibano” risponderebbero l’outsider, o chi infrange ciò che è proibito. In questo pensiamo piuttosto a quell’essere umano che, come Simon Boccanegra, si lascia alle spalle trame e cospirazioni per ritrovare in un estremo abbraccio l’umanità dimenticata. E che si ferma davanti al mare, per respirare insieme alla natura che lo circonda».
Il volume è illustrato dall’artista Katie Morris con un software di intelligenza artificiale. L’immagine di copertina è invece di Francesco Vezzoli (Credito: © Francesco Vezzoli / Francesco Vezzoli goes to Teatro dell’Opera di Roma, 2024).