Il direttore responsabile Andrea Viscardi

Dalla bandiera di Silvio Berlusconi a quella dell’ex rettore della Bocconi

di Andrea Viscardi

Dopo la fiducia che il Presidente Obama sembra aver dato al nostro Premier Monti circa le misure che il suo governo ha varato per uscire dalla crisi, si intravede  all’orizzonte una virtuale timida ripartenza. Il fatto paradossale è che gli italiani che fino a qualche mese fa sembravano accomunati per la maggior parte sotto la bandiera di Berlusconi, oggi sembrano volersi ritrovare sotto quella di Mario Monti. La risposta sta nei provvedimenti del Premier che, in effetti, realizzano quello che era stato sempre il vademecum del programma politico del centro destra finito poi per essere stato disatteso e in un certo qual senso tradito dal suo leader, Silvio Berlusconi. Questo sta a dimostrare che gli italiani hanno in sè una grande capacità di adattamento e di riscatto facendo leva sulle proprie risorse caratteriali e culturali. Ed è a questa riserva di risorse inesauribili che Monti cerca di attingere con relativa facilità. Ma accanto a questa massa c’è uno zoccolo duro anche se minoritario che è presente ed influente in tutti i circuiti dell’opinione pubblica, predominante sui media nazionali, attivi nei blog della rete e diffuso in giro per il mondo tra le giovani generazioni:è costituito dai “Puri”, gli intransigenti. Si tratta soprattutto di quei giovani laureati emigrati all’estero, perché l’Italia non è stata in grado di assicurargli un avvenire dopo anni di studio e di sacrifici, di coloro che nonostante la loro  si sono visti respingere opportunità di lavoro a favore di raccomandati o figli DI. Sono quest’ultimi che da Londra, New York, Parigi, ecc. inneggiano in un certo qual modo al nuovo corso del Paese e del suo Governo guidato da Mario Monti  e sono gli stessi che incominciano a coltivare l’idea che se il premier dovesse durare si potrebbe pensare ad un suo ritorno. Ed è al cospetto di quest’ultimi che il Premier dovrà affrontare il guado delle liberalizzazioni, che fino ad ora sono state, potremmo dire, solo sfiorate; è evidente a tutti che in questo campo dev’essere molto più incisivo e radicale restando sordo ed impassibile alle pressioni delle varie lobby parlamentari che rappresentano interessi di corporazioni ormai obsolete ed antistoriche. Infatti le migliaia di emendamenti già presentati se approvati sconvolgerebbero tutto l’impianto della riforma, producendo un danno ancora maggiore all’immagine del Paese sul piano internazionale con inevitabile ricaduta negativa sul piano economico e sulla politica di rilancio del Paese. A questo punto Monti si troverebbe a fare dietro front e gli stessi partiti che lo hanno appoggiato in parlamento avrebbero gioco facile nel ritirargli la fiducia accordatagli in precedenza. Il Paese cadrebbe nella crisi più cupa e non si troverebbe più nessun Professore disposto a prendersi cura di un ammalato senza speranza.

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