Il 2020 si apre con i buoni propositi del premier Giuseppe Conte che cozzano fragorosamente con la realtà. Pd e Movimento 5 Stelle dovranno sciogliere i nodi ancora irrisolti, i temi e le eredità spinose del 2019 che potrebbero portare a uno scontro frontale tra le forze di maggioranza fino a una crisi di governo.
Il primo ostacolo che Conte incontrerà sul cammino della sua maratona è, a sorpresa, il Reddito di Cittadinanza. Proprio sul finire del 2019 Italia Viva e Partito democratico hanno messo nel mirino il provvedimento-bandiera del Movimento 5 Stelle che ha reagito in maniera poco diplomatica chiudendo ad ogni possibili confronto sul tema. Quindi se si vorrà portare il discorso all’attenzione della maggioranza bisognerà andare allo scontro.
Il Pd e i renziani sembrano intenzionati a cancellare le eredità de governo gialloverde, e così nel calderone delle riforme da cancellare c’è finita anche Quota 100, la riforma delle pensioni fortemente voluta da Matteo Salvini per superare la legge Fornero. Anche in questo caso il Movimento 5 Stelle ha alzato la barricata e ha chiuso ad ogni possibile confronto. Pacifico almeno.
In realtà lo scontro tra il Pd e il Movimento 5 Stelle è iniziato il 1 gennaio, in concomitanza con gli auguri per l’inizio del nuovo anno e in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione voluta da Alfonso Bonafede. Il Partito democratico ha presentato una riforma alternativa che, se messa ai voti in Aula, rischierebbe di passare con il sostegno del Centrodestra, segnando la rottura degli equilibri nella maggioranza, passo che potrebbe anticipare una crisi di governo che non sarebbe poi così sorprendente.
La revisione dei decreti Sicurezza, altro terreno di scontro tra Pd e Movimento 5 Stelle. Tornando all’eredità del governo gialloverde, il Partito democratico ha messo nel mirino anche i decreti sicurezza di Matteo Salvini. I dem chiedono di intervenire assecondando le richieste del Capo dello Stato Sergio Mattarella. La via sembra essere condivisa dal premier Giuseppe Conte che si muove però in maniera decisamente più prudente rispetto al Pd e a Iv.
Non è da escludere che in occasione delle discussioni sui decreti sicurezza il Pd possa tornare a rilanciare lo Ius Cuturae. Di Maio non ha mai supportato la causa e difficilmente accetterà che possa entrare in vigore un provvedimento altamente impopolare.
Il quadro dei temi caldi al governo si chiude con la revoca delle concessioni ad Autostrade. Con il trascorrere delle settimane il Partito democratico sembrerebbe essersi allineato con il Movimento 5 Stelle, ma Italia Viva di Matteo Renzi non sembra intenzionato a dare il via libera, preannunciando una battaglia parlamentare.
La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha sferrato un nuovo attacco al governo. In un’intervista al Messaggero, ha dichiarato: “Credo che la transumanza parlamentare non servirà. Il governo andrà a casa per logoramento. Per il bisogno che hanno tutte le forze politiche della maggioranza di segnalare la loro esistenza in vita. Questo porterà all’implosione”.
Poi Meloni ha condiviso una considerazione sulle prossime elezioni regionali: “Se il centrodestra vince” in Emilia-Romagna, “credo non ci sia più margine per il governo. Anche il Presidente della Repubblica, in quel caso, dovrebbe considerare qual è il sentimento popolare in Italia”.
Una cosa che non si dice mai – ha aggiunto Meloni – è che, secondo il diritto costituzionale, l’istituto dello scioglimento anticipato delle Camere è proprio lo strumento di cui il Capo dello Stato dispone quando dovesse ravvisare che c’è una distanza troppo larga tra il sentimento popolare e ciò che accade nel Palazzo. Questo, naturalmente, Mattarella lo sa molto meglio di me e non ha bisogno di consigli.
La presidente di FdI ha commentato anche il discorso di fine anno di Sergio Mattarella, definendolo “un discorso di alto profilo“: “Mi sono piaciuti i richiami all’identità italiana. Una visione da italiano orgoglioso, nella quale io, essendo una italiana orgogliosa, mi ritrovo con facilità. Purtroppo il discorso del Presidente si scontra con la realtà dei fatti. Questa, a causa dell’attuale governo, è un’Italia minimale, curva su se stessa, incapace di stare a testa alta”.