Damasco: attentato al Palazzo della sicurezza, morti ministro Difesa e capo intelligence militare

Giornata di sangue a Damasco. Un attentato contro il palazzo della difesa siriano ha causato la morte del ministro della Difesa siriano e del capo dell’intelligence militare, cognato di Bashar al Assad. Si tratterebbe di un segnale forte contro il regime, anche se è ancora giallo sulla dinamica del delitto.

Secondo la tvdi stato siriana infatti, si tratterebbe di un kamikaze, mentre fonti della sicurezza ritengono che all’origine dell’esplosione ci sia stata una bomba piazzata da un funzionario della sicurezza, interno al Palazzo e quindi in grado di agire con assoluta tranquillità.

Tra le ipotesi emerse c’é anche quella di un ruolo attivo nell’attentato di un ex body-guard di funzionari vicini ad Assad. Subito dopo l’attacco, secondo le testimonianze di attivisti, l’esercito ha blindato l’ospedale nel quale sono stati portati i feriti.

Il giallo sulla responsabilità dell’attentato , viene alimentato anche da un comunicato letto alla tv siriana. In tale nota si legge che “le forze armate siriane rimangono più determinate che mai ad affrontare tutte le forme di terrorismo e a tagliare le mani di chi mette in pericolo la Siria”. Il comunicato aggiunge gli attacchi odierni sono opera di “mani prese in prestito da stranieri”.

Fatto sta che si è trattato di un duro colpo al regime. Feriti nell’attacco, anche il ministro dell’Interno, Mohamed Ibrahim Al Shaar, e il capo dell’Intelligence, Hisham Bekhiyar, sottoposto in queste ore a un’operazione chirurgica.

“Questo è il Vulcano di cui abbiamo parlato, abbiamo appena iniziato”, ha avvertito il portavoce Qassim Saadedine sottolineando il nome dell’offensiva lanciata lunedi’ scorso dai ribelli. Anche un gruppo islamista di opposizione al regime siriano, Liwa al-Islam, si è attribuito su Facebook la responsabilità dell’attentato. “Chiunque pensi di poter piegare la Siria è un illuso”, hanno reagito le Forze armate regolari con un comunicato. L’attacco è il culmine di quella che Serghei Lavrov, ha definito “una battaglia decisiva in Siria”, che da quattro giorni si combatte nei quartieri di Damasco.

Voto Onu alle 21, Russia vs Occidente. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite voterà alle 15 di oggi ora locale (le 21 in Italia) una risoluzione sul rinnovo della missione di monitoraggio Onu in Siria (Unsmis). Tra i Quindici continua il braccio di ferro che vede gli Stati Uniti e gli alleati europei da una parte, Russia e Cina dall’altra. Mosca ha fatto sapere che bloccherà con il veto un documento che contenga una qualsiasi menzione a sanzioni contro il regime di Damasco e al capitolo 7 della Carta Onu (quello che contempla l’uso della forza, voluto dell’Occidente e rifiutato dal Cremlino). Alcuni diplomatici occidentali invece hanno spiegato come non accetteranno modifiche alla bozza che cancellino il riferimento al capitolo 7, anche alla luce dell’ultimo attacco avvenuto questa mattina a Damasco nel quale è morto il ministro della difesa siriano. Le due posizioni tra i membri del Consiglio al momento paiono difficilmente conciliabili. Tuttavia, secondo le stesse fonti, in mattinata i Quindici si riuniranno nuovamente per l’ultimo tentativo di trovare un accordo.

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