“Il Governo apra un tavolo di confronto sul tema della previdenza per non doverlo affrontare un pezzo alla volta. L’indubbia situazione di emergenza che si e’ determinata dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla indicizzazione degli assegni pensionistici superiori a tre volte il minimo, che e’ intervenuta per correggere uno degli errori del Governo Monti, impegnera’ una quota significativa di risorse e si parla come minimo di 5 miliardi di euro. I soldi vanno giustamente restituiti e possiamo dire addio al tesoretto”, sostiene in una nota Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Risulta ormai evidente la necessita’ di una riflessione complessiva sulla previdenza che porti ad una correzione della “riforma” Fornero. I capitoli sui quali intervenire sono molteplici: l’introduzione di un criterio di flessibilita’ che consenta di uscire dal lavoro in modo anticipato; le ricongiunzioni pensionistiche; la “Quota 96” degli insegnanti; una nuova indicizzazione delle pensioni che tenga conto della sentenza della Corte, per citare alcuni temi. La strategia della trasparenza adottata dall’Inps dovrebbe anche prevedere di rispondere a domande rimaste finora inevase: quanti sono gli esodati non compresi nei 170.000 lavoratori finora salvaguardati? Quante sono le risorse destinate alla previdenza e quante all’assistenza? Quali sono i fondi in attivo e quali in passivo? Tutti questi interrogativi servono a testimoniare la complessita’ della situazione. Facciamo tesoro degli errori del recente passato ed evitiamo di procedere a strappi e senza una visione d’insieme.
Riprova
Quell’allergia alle regole e ai controlli
L’esecutivo sta dimostrando in questi giorni un’insofferenza ai poteri super partes. E’ un atteggiamento che …