Se il Governo decide, come noi abbiamo chiesto con insistenza, di non limitare al solo 2015 gli incentivi per il contratto a tutele crescenti, fa la cosa giusta. Altrimenti c’e’ il rischio che il Jobs Act si trasformi in un flop, dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. La nostra proposta e’ consistita fin dall’inizio, in incentivi piu’ bassi rispetto all’attuale tetto di 8.060 euro annui per ogni assunto, ma per un periodo superiore ai tre anni: anche al fine di favorire la stabilizzazione di lungo periodo e scoraggiare gli atteggiamenti opportunistici di alcune imprese, che sono attualmente oggetto di monitoraggio da parte del ministero del Lavoro. Gli incentivi per i prossimi anni, anche piu’ bassi degli attuali possono continuare a rendere appetibile il Jobs Act ma, secondo noi, solo se si allunga il periodo di utilizzo e se applicati in caso di vera e nuova occupazione e non di trasformazione dei contratti precari. Il fatto che si superi, secondo dati recenti, il milione di assunzioni con il contratto a tutele crescenti, e’ sicuramente positivo e per questo motivo occorre proseguire sulla strada intrapresa, altrimenti sarebbe come ammettere di aver utilizzato gli incentivi per il 2015 come metadone di Stato creando in questo modo una bolla occupazionale.
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