Domenica scorsa a Foggia ha onorato alla grande la fascia di capitano. Nella fossa dei satanelli” l’indomito guerriero di Ascea si è cimentato con ardore e coraggio, guidando i suoi compagni con piglio deciso. Angelo D’Angelo è l’emblerma di questa squadra, composta da un manipolo di ragazzi che hanno saputo tirare fuori gli attributi proprio quando era doveroso. La battaglia di Foggia ha lasciato i segni anche sul polpaccio destro del centrocampista avellinese. Angelo ha preso un sacco di botte dai rossoneri che l’hanno messa letteralmente in rissa, con la inqualificabile “connivenza” di un arbitro che sembrava capitato allo Zaccheria per puro caso. Gli uomini di Stringara erano assatanati, tanto era l’ardore e la veemenza che nel secondo tempo hanno messo in campo. Ma i ragazzi avellinesi, sull’esempio di capitan D’Angelo non hanno avuto timori e tentennamenti, e sicuramente sono riusciti a superare il test di maturità caratteriale. Due giorni dopo il preziosissimo pareggio nello scontro diretto di Foggia, il guerriero di Ascea si è presentato in una sala stampa, semideserta per la giornata festiva (per l’onore e la serietà professionale di chi c’era vale la pena precisare che, oltre all’ottimo e disponibilissimo addetto stampa Benny Pescatore, erano con noi soltanto i solerti e puntuali Marzullo e Guerriero di Avellinofans ed il giovane collega Marrazzo di Irpinianews). Ed allora la prevista conferenza stampa, anche per l’assenza di microfoni e telecamere, si è trasformata in una interessantissima chiacchierata, quasi familiare. “Innanzi tutto, per come sono andate le cose, diciamo che il pareggio è giusto, anche se rimane un pò di amaro in bocca perchè si poteva anche portare a casa il bottino pieno. Però io sono contento perchè penso che con lo spirito e la decisione messe in campo domenica a Foggia possiamo veramente fare bene nel prossimo futuro. Sono convinto che i tifosi che ci hanno visto sono rimasti contenti della nostra prestazione e soprattutto del nostro atteggiamento mentale.. ” Gli chiedono delle decisioni e del comportamento del direttore di gara. Angelo, vorrebbe svicolare, ma risponde cosi : “Effettivamente l’arbitraggio ha sicuramente favorito la ricerca del pari da parte del Foggia, perchè ad un certo punto non ha fischiato piu’ niente contro i nostri avversari, ed ha facilitato l’arrembaggio dei rossoneri. Ma noi abbiamo retto alla grande, e se togliamo i primi quindici minuti del secondo tempo, dove abbiamo sofferto parecchio, poi ci siamo sistemati bene ed abbiamo saputo reagire anche all’espulsione di Ricci. Anzi bisogna ricordare che in dieci uomini, dopo il loro gol, siamo stati noi ad essere piu’ pericolosi. Comunque l’aspetto piu’ importante a mio avviso è stato il fatto che la nostra squadra, nonostante avesse tutto contro: la tifoseria, l’arbitro e l’inferiorità numerica, ha saputo tenere il campo con decisione e grossa concentrazione ed è riuscita a venirne fuori.” Facciamo presente al centrocampista avellinese che se questa gara doveva fungere da test di maturità per i tanti giovani biancoverdi, quest’esame è stato superato alla grande. ” Si, io penso che in questa categoria tutte le gare siano una prova di maturità. Noi domenica abbiamo dato una grande dimostrazione di compattezza, di orgoglio e di personalità, penso che siamo cresciuti molto da questo punto di vista.” Gli giriamo la nostra positiva impressione sul gioco espresso dalla squadra nel primo tempo, quando l’Avellino, ad un certo punto, è sembrato padrone del campo, e gli chiediamo se questo sia dipeso anche dalla disposizione tattica, basata sul 4-3-3.. “Effettivamente nel primo tempo abbiamo condotto noi la gara anche per merito del mister e del nostro atteggiamento tattico. Debbo anche dire che, sul piano personale, date le mie caratteristiche il 4-3-3 è un modulo che mi si addice molto. Ad ogni modo, ora dobbiamo dare continuità di risultati positivi. Domenica arriva la Reggiana e noi dobbiamo vincere, senza se e senza ma. Se giochiamo con il piglio giusto, non dobbiamo temere nessuno. Noi vestiamo la maglia dell’Avellino ed abbiamo il dovere di cercare di vincere sempre.”
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