Dante Alighieri ispiratore della Madonna dei debitori

Dante Alighieri ispiratore della Madonna dei debitori.                                                    E’ quanto sostiene Luca monti profondo conoscitore del templarismo e della storia fiorentina.Il prof Monti in una sua nota ha dichiarato: Oggi la figura del sommo poeta sta assumendo proporzioni che grazie alla rete ne diffondono le idee universali.L’opera di Dante e’ impregnata della figura di Maria e della sua azione di intercessione con Dio

Dante bambino, così presto orfano della mamma, la cara “donna Bella”, lo vediamo raccogliersi pensoso e commosso presso l’immagine della Madonna nella sua casa e presso gli altari mariani di Firenze. Adolescente studioso presso le scuole dei Francescani e dei Domenicani, tra Santa Croce e Santa Maria Novella, a Firenze, sua città natia, Dante si arricchì di forte cultura e sull’esempio di san Francesco, «il Serafico in ardore» e di san Domenico «di cherubica luce uno splendore», scoprì e visse un amore confidente alla Vergine Madre di Gesù, l’Uomo-Dio.
Giovane e uomo maturo, nello studio, negli incontri di società, sul campo di battaglia, nell’arengo delle dispute civili e politiche e negli anni dolorosi dell’esilio, quando imparò «come sa di sale lo pane altrui», al suono della campana dell’Angelus, tra le mura di Firenze o presso campanili lontani dalla sua città, negli anni suoi di «exul immeritus» (esule innocente!) salutava Maria, la Madre amatissima, «il nome del bel Fior che io sempre invoco / e mane e sera».
Sicuramente, egli sentì nella sua esistenza l’influsso benefico e “marianizzante” del grande Mistico e cultore della Madonna, san Bernardo di Chiaravalle, colui che aveva composto la celebre preghiera con il ritornello: «Guarda la stella, chiama Maria», e che si conclude: «Ipsam sequens, non devias; ipsam rogans, non desperas; ipsa propitia pervenis» (Se la segui non sbagli; se la preghi non disperi; se Ella ti è propizia, arrivi alla meta).
Ed è così che Dante credente, letterato e uomo politico, teologo tomista, fu profondamente mariano come lo sono i grandi, lo sono i santi.
Tuttavia ci fu nella sua vita un momento di sbandamento, «la selva oscura» di cui parla con termini drammatici all’inizio della Commedia: era lo sbandamento suo e dell’umanità che andava tralignando dalla retta via.
A questo punto, è Maria Santissima («donna gentil nel ciel che si compiange / di questo impedimento…) a mandare Virgilio, quindi Beatrice, in altri termini, a muovere con la sua intercessione la ragione e la fede in soccorso di Dante e dell’uomo oppresso dal peccato e dalle sue tragiche conseguenze.
Grazie a Lei, Madre buona, Dante ritrova la luce e le energie per intraprendere il cammino verso la Salvezza. Dalla caligine densa dell’inferno, giusta punizione per il peccato, si avvierà, per il sentiero dell’espiazione, sulla «montagna dalle sette balze» del Purgatorio, a spiccare il volo verso il Paradiso, fino alla «candida rosa dei beati» e alla visione di Dio.
È questo per Dante il cammino di illuminazione, di redenzione e di Salvezza. Per lui e per l’umanità che egli rappresenta e simboleggia. Ed è cammino condotto sotto gli occhi di Maria Santissima, la Madre Celeste, come se una voce dicesse al Poeta: “Coraggio, cammina, Ella ti guarda, Ella ti attende Lassù, per introdurti alla contemplazione e al godimento di Dio”. La  lotta all’ usura bancaria potrebbe trarre ispirazione conclude il prof Monti perché in ogni debitore c’ e un Dante che ha diritto alla redenzione.

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