La grandezza di Dante Alighieri e l’importanza della Divina Commedia sono ampiamente riconosciute nella storia della letteratura. Dante è considerato uno dei più grandi poeti e scrittori di tutti i tempi, e la sua Commedia (che è stata persino riscritta online sul sito degli Uffizi) è un capolavoro che ha influenzato profondamente la cultura, la filosofia e la visione del mondo nel corso dei secoli.
La “Divina Commedia” scritta 50 anni prima di Dante
Nonostante Dante Alighieri abbia avuto un impatto molto più rilevante sulla letteratura e sulla cultura occidentale, c’è un altro autore considerato un precursore di temi e strutture presenti nella Divina Commedia. Si tratta di Bonvesin de la Riva e la sua opera, scritta 50 anni prima dell’opera di Dante, che rappresenta un importante esempio di poesia in dialetto lombardo nel Medioevo. Il testo, intitolato Libro delle Tre Scritture, presenta diversi punti in comune con la Divina Commedia di Dante Alighieri:
Tematica dell’aldilà: entrambi i testi affrontano il tema del destino dell’anima dopo la morte. Raccontano il viaggio dell’uomo attraverso i regni infernali fino alla risalita in Paradiso.
Struttura tripartita: sia il Libro delle Tre Scritture che la Divina Commedia sono suddivisi in tre parti o cantiche. In entrambi i casi, le tre sezioni rappresentano diverse sfere dell’aldilà, come Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Uso del contrappasso: entrambi gli autori utilizzano questo principio, in cui le pene dei dannati sono proporzionate ai loro peccati commessi in vita. I peccatori sono puniti in modo simbolico e appropriato alle loro colpe.
Influenze francescane: sia Bonvesin che Dante mostrano influenze francescane nei loro scritti. Entrambi incorporano elementi legati alla spiritualità francescana e alla figura di San Francesco d’Assisi.
Riflessione sulla condizione umana: entrambi riflettono sul peccato, sulla dannazione e sulla redenzione. Entrambi indagano la natura umana, l’ascesa spirituale e le conseguenze delle scelte.
Linguaggio volgare: gli autori l’hanno utilizzato al posto del latino per scrivere le loro opere, rendendole accessibili a un pubblico più ampio. Bonvesin in particolare ha scritto il suo poema in dialetto lombardo, contribuendo alla valorizzazione delle lingue regionali.
La “Divina Commedia” è un plagio del Corano?
Secondo un’altra teoria, sostenuta dal gesuita Miguel Asín Palacios, la Divina Commedia di Dante Alighieri sarebbe un plagio del Corano. Il poema epico di Dante è stato scritto nel XIV secolo, mentre il Corano è un testo sacro dell’Islam che risale al VII secolo. In quest’ultimo si parla del “Isrāʾ e Miʿrāj”, il viaggio in cui Maometto sorvola l’inferno con la guida di un angelo e assiste alle torture inflitte ai dannati, proprio come avviene per Dante nella Divina Commedia.
Tuttavia non ci sono prove o riferimenti che suggeriscono che Dante abbia copiato o plagiato il Corano nel creare la sua opera. La Divina Commedia è il frutto dell’esperienza personale e delle influenze culturali di Dante, che ha creato un universo letterario unico e qui puoi trovare 5 cose che non sapevi su di lui. Va inoltre detto che i concetti di inferno e paradiso si sono diffusi enormemente nei secoli in diverse culture e religioni e risulterebbe piuttosto difficile dimostrare un plagio su questo argomento.
Quindi Dante non inventò nulla di nuovo?
Il viaggio di Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso non solo rappresenta una pietra miliare della letteratura italiana, ma anche una straordinaria rappresentazione artistica dell’animo umano, della giustizia divina e della ricerca della salvezza. Con la sua creatività e la sua capacità di prendere spunto da testi e culture del passato, Dante ha creato un’opera senza precedenti che continua a ispirare e affascinare lettori di ogni epoca.