“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”: chi non conosce l’incipit della Divina Commedia?
Con forte plauso dei dantisti, festeggiamo per la seconda volta il Dantedì, giornata in onore del sommo Poeta, istituita nel 2020 su proposta del ministro della cultura Dario Franceschini. La scelta del 25 marzo richiama la data in cui, secondo gli studiosi, sarebbe iniziato il rocambolesco viaggio descritto nella Divina Commedia.
Il parallelo, per quanto forzato, sorge spontaneo: come a marzo Dante smarriva la via del bene, intraprendendo un viaggio provvidenziale che lo portò a ‘riveder le stelle’, così noi, a marzo 2020 abbiamo messo in pausa la nostra libertà, smarrendoci nel vortice di un virus che ci ha stravolti e ci ha segnati per sempre. E nel dar seguito al paragone dantesco, speriamo che anche noi presto saremo liberi di riveder le stelle dopo il coprifuoco.
L’importanza di questa giornata celebrativa è stata più volte sottolineata dal ministro Franceschini, “Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”, ha affermato.
Anche il Presidente della Repubblica Mattarella, intervistato dal Corriere della Sera, ha confermato la portata assiologica di una giornata come il Dantedì, dichiarando che da Dante ci arriva una lezione di coerenza che vale per tutti, politici compresi.
Molti degli eventi odierni in programma sono elencati in un’ apposita sezione del sito del Ministero della Cultura, ma l’evento più atteso della giornata di oggi, in cui ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante, è la lettura del XXV Canto del Paradiso da parte di Roberto Benigni, che ha più volte dispensato lezioni pubbliche sulla Commedia.
Benigni salirà al Quirinale intorno alle 19 e leggerà il canto davanti al Presidente Mattarella; la diretta verrà trasmessa da RaiUno.
Numerose le altre iniziative, dalle letture sulla tomba di Dante a Ravenna, ai contenuti multimediali pubblicati sul sito dell’Università degli studi di Napoli Federico II o ancora la presentazione del restauro del cenotafio nella basilica di Santa Croce a Firenze.
Insomma è possibile assistere ad un calderone culturale che profuma di eternità, come eterni sono gli insegnamenti danteschi.
Piera Toppi