Non ho mai pensato che Giuseppe Conte fosse l’uomo giusto per il Movimento 5 stelle”. Parole definitive quelle di Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, il fondatore del M5s in una intervista a La Stampa.
Secondo Davide Casaleggio, se suo padre vedesse le condizioni del Movimento 5 Stelle di oggi sarebbe molto deluso. Le parole del figlio del fondatore del M5S sono in realtà più dure, dice infatti: “Mio padre sarebbe inc******”. L’occasione è su Rai Radio 1, in un’intervista per Un Giorno da Pecora, nella quale si esprime sul leader Giuseppe Conte e Beppe Grillo.
Continuando, con riferimento a Giuseppe Conte, Davide Casaleggio ha sottolineato che non necessariamente avere tante persone che ti seguono su Facebook è garanzia di successo. “Il suo errore più grande è stato pensare a un modello completamente diverso di organizzazione senza metterlo in piedi prima, è un problema anche per lui farsi eleggere senza nemmeno uno sfidante”.
Davide continua ad essere a capo della Casaleggio Associati e dell’Associazione Rousseau, ma si ormai è separato dalla creatura politica nata dalla visione del padre dal 2021. Casaleggio si dice “dispiaciuto per l’evoluzione del M5s” e accusa esplicitamente l’ormai ex “avvocato del popolo”, Giuseppe Conte: “Ha collezionato un insuccesso dopo l’altro, dando la colpa prima a Luigi Di Maio, poi a Beppe Grillo. Adesso le scusanti sono finite. Il Movimento non ha più un obiettivo. È rimasta solo la gestione del potere, l’unica cosa di cui si discute sono le regole interne” mentre invece è “necessario avere un obiettivo che vada oltre la sopravvivenza”. Dunque esperimento fallito? “Se è rimasta solo gestione del potere, non è più utile”. Il rapporto con Beppe Grillo? “Lo sento di rado”. È deluso da lui? “Sono dispiaciuto per l’evoluzione che ha avuto il M5s: l’obiettivo finale del progetto non deve essere il progetto stesso”.
A Luca Monticelli de La Stampa che gli chiede come vive lo scontro tra Grillo e Conte, il figlio del cofondatore del Movimento risponde: “Credo che soprattutto in questi ultimi tre anni si sono susseguiti insuccessi uno dopo l’altro. Su oltre mille consiglieri comunali eletti con il Movimento 5 stelle, solo in 156 sono stati rieletti. È il termometro dell’andamento del Movimento che ha perso 8 milioni di voti tra politiche ed europee. Vedo un parallelo con un famoso aneddoto di Richard Nixon, quando a Gerald Ford consiglia come agire in caso di problemi gravi. Nella prima lettera Nixon dice a Ford di dargli la colpa in quanto suo predecessore, e nella seconda di dare la colpa a un collaboratore di prestigio. Cosa che Conte ha fatto, prima accusando Luigi Di Maio e poi Beppe Grillo. Ora le scusanti sono esaurite. Nella terza e ultima lettera di Nixon, infatti, l’indicazione è “scrivi tre lettere”».
Quando gli è stato chiesto perché il Movimento non riesce più a intercettare largo consenso tra gli elettori, è arrivata la seguente risposta: “I pilastri sono venuti meno, penso alla battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti, nel 2013 rinunciammo a 42 milioni di euro”.
Cosa si dovrebbe fare? “Penso sia necessario avere un obiettivo che vada oltre la sopravvivenza, oggi questo obiettivo non esiste, l’unica cosa di cui si discute sono le regole interne per far contento qualcuno. Ma non è mai stato questo l’obiettivo del Movimento 5 stelle che abbiamo creato”.
“Il M5s è un fallimento? Se è rimasta solo la gestione del potere non è più utile”, ha concluso in merito alla parabola della creatura politica fondata dal padre Gianroberto e da Grillo.